Processo Cuffaro: chiesti otto anni di reclusione

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Processo Cuffaro: chiesti otto anni di reclusione

15 Ottobre 2007

Sono stati chiesti dalla procura di Palermo otto anni di reclusione per il presidente della regione Sicilia Totò Cuffaro, accusato di favoreggiamento di Cosa Nostra e di rivelazione di notizie riservate.

Il procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone ha formulato la richiesta al termine della requisitoria, durante il processo in corso a Palermo sulla presunta infiltrazione di alcune “talpe” nella Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo siciliano

Un processo per nulla facile, anzi piuttosto complicato. I difensori di Cuffaro avevano chiesto stamani la remissione del processo in corso a Palermo ad altra sede, dopo che nei giorni scorsi un magistrato della procura palermitana aveva criticato i due pm che rappresentano l’accusa nel dibattimento.

I giudici della terza sezione del Tribunale di Palermo hanno deciso che il processo sulla presenza di “talpe” nella Direzione distrettuale antimafia deve continuare, trasmettendo comunque la richiesta della difesa alla Cassazione, cui spetta la decisione finale.

Gli avvocati Nino Mormino, Nino Caleca e Claudio Gallina Montana hanno presentato l’istanza dopo le dichiarazioni del procuratore aggiunto Alfredo Morvillo, il quale si è espresso in maniera assai critica nei confronti dei due pm del processo, rei di non rappresentare la linea della Procura.

Il processo riguarda infatti l’accusa di rivelazione di segreto e favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra e non il concorso esterno in associazione mafiosa, accusa archiviata dalla procura sotto la direzione di Piero Grasso ma poi riformulata nel maggio scorso dopo l’arrivo a Palermo del procuratore capo Francesco Messineo.

Secondo i difensori di Cuffaro, l’intervento di Morvillo delegittimerebbe i due pm del processo, turbando il procedimento. “Abbiamo ritenuto doveroso segnalare una interferenza esterna. La norma, quando parla di turbamento del processo, prevede che questo possa riguardare non solo il pm, ma tutte le parti. Noi riteniamo appunto che ci sia stata una interferenza esterna”, ha detto l’avvocato Mormino