Processo Ganzer. Il difensore: “Ha sempre combattuto il narcotraffico”
14 Maggio 2010
di redazione
"Le associazioni di narcotrafficanti sono sempre state combattute dal colonnello e, poi, generale" che, per altro, "non aveva bisogno di visibilità e successo". È uno dei passaggi dell’arringa dell’avvocato Tiburzio de Zuani, che insieme al figlio Armando difende l’attuale comandante del Ros, Giampaolo Ganzer.
Il comandante è uno dei 18 imputati a Milano al processo per presunte irregolarità nelle operazioni antidroga condotte tra il 1991 e il 1997 da un piccolo gruppo del reparto speciale dell’Arma. Per lui la Procura lo scorso 14 aprile aveva chiesto 27 anni di carcere. Oggi, in tarda mattinata, davanti ai giudici dell’ottava sezione del Tribunale, che da cinque anni stanno celebrando il dibattimento, la parola è passata ai suoi legali. L’avvocato De Zuani, già dalla sua premessa, ha cercato di smontare l’ipotesi accusatoria: "il reato associativo è il filo rosso che lega tutte le operazioni contestate, ma senza quel filo tutto finisce per sfumare".
Quanto al generale Ganzer il suo difensore, rivolgendosi al collegio, ha affermato "è rimasto nel dubbio e nel vago il motivo per cui farebbe parte di questa associazione". E per dimostrare l’estraneità del suo assistito a qualsiasi presunta operazione illecita, oltre a elencare l’attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico svolta dal Ros sottola guida di Ganzer dall’inizio del processo (nel 2005) ad oggi, il difensore ha documentato le operazioni svolte dal reparto speciale dell’Arma in contemporanea a quelle contestate ma ritenute di livello superiore.