
Processo Mills. Sentenza più vicina

19 Settembre 2011
di redazione
I giudici del processo Mills, che vede imputato Silvio Berlusconi, hanno deciso di ‘tagliare’ una decina di testimonianze previste, in particolare quelle per rogatoria, e dunque la sentenza dovrebbe arrivare in tempi più rapidi.
L’ultimo testimone da sentire sarà l’avvocato David Mills il 24 ottobre e il 28 ottobre è fissato l’interrogatorio di Berlusconi. Durissima è stata la reazione degli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, secondo i quali "la presenza della difesa è ormai superflua in questo processo perché i giudici senza farci interloquire hanno tagliato tutti i testimoni". I due avvocati hanno fatto notare che neanche il pm aveva chiesto di tagliare i testimoni in modo così radicale.
Nel corso dell’udienza, i giudici e gli avvocati hanno interrogato in videoconferenza da Berna Maria De Fusco, amministratrice del trust Struie, uno dei fondi attraverso i quali, secondo l’accusa, sarebbero transitati i 600.000 dollari della presunta corruzione dell’avvocato David Mills da parte di Berlusconi. La De Fusco avrebbe in sostanza messo in evidenza la "confusione" relativa ai soldi transitati sul conto di Struie riferendosi in particolare a circa 1 milione e 600mila dollari accreditati nel novembre 1997: cifra che lei pensava provenisse da Fb Trust di Flavio Briatore ma che poi Mills le rivelò essere di sua proprietà. Inoltre la teste ha detto che non era "usuale" e che non si "aspettava" che la società avesse avuto due denominazioni e due conti bancari diversi. Durante il controesame, rispondendo alle domande della difesa, Maria Pia De Fusco ha affermato di non aver mai conosciuto Carlo Bernasconi, dirigente Fininvest che secondo gli inquirenti sarebbe stato il tramite per il versamento a Mills dei 600mila dollari.
Il vicecapogruppo vicario del PdL al Senato, Gaetano Quagliariello, ha commentato così quanto avvenuto oggi in aula: "Dopo un capo d’accusa demenziale, dopo una prescrizione ‘ad personam’ allungata di due anni per tenere artificialmente in vita un processo già morto, dopo un giudice applicato dal Csm contro la sua stessa volontà pur di portare a buon fine la corsa contro un tempo già scaduto, il caso Mills si arricchisce oggi di un ulteriore grave episodio che dovrebbe suscitare lo sdegno di tutti coloro che ritengono che il processo penale viva del contraddittorio fra le parti e non consista nel tentativo di giungere ‘a porta vuota’ a una sentenza che a questo punto si può legittimamente sospettare essere già scritta".