Prodi: la crisi si risolve in Parlamento, non si fa in tv
22 Gennaio 2008
di redazione
Il premier entrando a Montecitorio si lascia sfuggire un po’ di ottimismo: “Penso di farcela anche stavolta”. Poi comincia il suo intervento ribadendo la sua
solidarietà a Mastella.
“Ha lasciato per l’inchiesta giudiziaria, noi
non l’abbiamo mai lasciato solo né politicamente né umanamente. Sincero
apprezzamento a lui per il suo lavoro come Guardasigilli: la sua
riforma della giustizia è stata approvata dal consiglio dei ministri e
quindi è la posizione del governo. All’interno c’è l’apprezzamento per
il lavoro delle toghe”.
Chiusa la parentesi giustizia, il presidente
del consiglio riporta la crisi nell’alveo parlamentare: “La crisi non
si fa in televisione né sulle agenzie di stampa. Voi parlamentari
dovete assumere limpidamente e pubblicamente la responsabilità per la
quale siete stati eletti. Solo il parlamento decide le sorti del
governo. Questa maggioranza è basata su un programma, è stata votata e
deve durare cinque anni. Questo governo ha rimesso in piedi il Paese”.
E giù con l’operato dell’Esecutivo nei primi 20 mesi. Tra i
fischi dell’opposizione e gli applausi della maggioranza Prodi dice: “Lo rivendico
con orgoglio”. Quindi guarda al futuro: “Ci aspettano progetti
importanti, abbiamo preso impegni con il Paese che vogliamo
rispettare”. E infine arriva la richiesta del voto di fiducia, “come
farò più tardi con i vostro colleghi senatori”.