Prodi (per ora) salva il governo ma riapre la partita con Veltroni

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Prodi (per ora) salva il governo ma riapre la partita con Veltroni

08 Novembre 2007

“Dai nemici
mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio”. Superati con qualche fibrillazione i
primi due giorni di Finanziaria al Senato, il nuovo groviglio in cui l’Unione
sembra destinata ad avvilupparsi è ben raffigurato da questa summa della
saggezza popolare. L’ansia di tirare a campare e la convinzione di essersi
riassicurato il sostegno di Dini ha infatti indotto Prodi a rafforzare l’asse
di ferro con l’ala radicale della coalizione (lo dimostrano la trattativa sui
precari della pubblica amministrazione e la riscrittura del decreto sulla
sicurezza),  e questa ulteriore sterzata a sinistra ha impresso una brusca
accelerazione al conto alla rovescia in vista dello scontro con Walter Veltroni
e il suo Pd.

E’ proprio
su questo fronte che il sismografo dell’Unione ha fatto registrare nelle ultime
ore le impennate più significative, e non è un caso che mentre il confronto a
distanza si consumava, qualche solerte “esorcista” abbia provato a parare il
colpo di un emendamento di Rossi e Turigliatto sostenuto dalla Cdl e respinto
per un solo voto soffiando a “La Stampa” affermazioni catastrofiste attribuite
al capogruppo forzista Renato Schifani che nessun senatore azzurro ha in realtà
mai sentito pronunciare.

L’immediato
futuro chiarirà molti interrogativi. Ma sovrapponendo fatti e circostanze
alcuni scenari iniziano a delinearsi con una certa evidenza. Non è un caso,
infatti, che mentre Prodi si barcamena in Senato, il segretario del Partito
democratico, pur col suo fare che l’arguto Geminello Alvi definisce
“medusaceo”, abbia dichiarato di voler riaprire dopo l’(eventuale) approvazione
della manovra un canale di comunicazione con il centrodestra in merito alle
riforme istituzionali. Un po’ per smarcarsi definitivamente da Prodi, un po’ –
probabilmente – per intercettare gli appetiti di quanti, fra i partiti
dell’opposizione, intravedono nella possibile sopravvivenza dell’esecutivo una
ghiotta occasione per tentare di emarginare Forza Italia e riaprire la partita
della leadership.

In questo
quadro magmatico, le date hanno la loro importanza. Ed è un fatto che per il 16
novembre, giorno che nelle speranze dell’Unione dovrebbe sancire il momentaneo
“scampato pericolo”, la fondazione “Italianieuropei” animata da Massimo D’Alema
abbia messo in calendario un convegno sulla legge elettorale, ospite d’onore
proprio il sindaco di Roma. In quella sede, sempre che il governo sia
sopravvissuto per davvero, è probabile che il Pd proverà a riproporre sul
tavolo della trattativa una convergenza sul sistema tedesco, aprendo la porta
alle forze minori del centrodestra che accarezzano l’idea delle “mani libere”.
In tal caso, è evidente che D’Alema otterrebbe in cambio da Veltroni
l’inevitabile rinuncia alla sua idea di partito leaderistico e senza tessere,
in sostanza ad un’entità plasmata a sua immagine e somiglianza.

Siamo dunque
in uno stato di fibrillazione continua. Ed è anche per questo che dalle parti
della Casa delle Libertà si continua a ritenere che l’incidente, per il
governo, resti sempre dietro l’angolo.