Prodi telefona ad Olmert per scusarsi, anzi no
15 Agosto 2007
di redazione
“La posizione italiana era e rimane la stessa e cioè che non bisogna avere contatti con Hamas, a meno che Hamas non rispetti interamente le 3 condizioni del Quartetto”.
È quanto detto da Prodi ad Olmert nel corso della telefonata di ieri (che viene definita come una formalità in agenda da tempo), solo che poi l’entourage dello stesso Premier ci ha tenuto a precisare che la possibilità di intraprendere contatti anche informali con il Partito di Dio non può essere esclusa del tutto.
Ergo, ufficialmente non ci saranno contatti con gli uomini del movimento fondamentalista così come richiesto da molte parti ma, se lo riterremmo opportuno, Hamas potrà essere contattato da noi in forma non ufficiale, almeno secondo quanto precisato da Silvio Sircana, portavoce di Palazzo Chigi. In pratica il colloquio diplomatico con il Partito di Dio potrà avere luogo solo nel caso in cui gli uomini aderenti al movimento riconoscano l’esistenza dello stato di Israele, il che equivale a rinnegare completamente le proprie origini visto che Hamas è stato creato proprio con l’intento della distruzione dello stato ebraico.
Nel corso della stessa telefonata di martedì sera, Prodi ha tenuto a sottolineare la sua adesione alle decisioni del “Quartetto”, apprezzando anche gli sforzi italiani nel Medio Oriente, ma ha ancora una volta auspicato il rientro di Hamas nel “gioco politico”. Quindi, Prodi non ha ritrattato le sue dichiarazioni e nemmeno ha chiesto scusa ad Olmert per il fatto di aver ufficialmente sostenuto gli uomini di un movimento politico votato alla distruzione di Israele, anzi, alla fine della telefonata durata circa 15 minuti, ha dichiarato che il Primo Ministro israeliano “ha compreso la politica estera italiana più di quanto non abbiano fatto i politici di casa nostra”, una frecciatina a chi si era indignato per le posizioni estremiste del Premier.