Provaci ancora Clint

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Provaci ancora Clint

01 Settembre 2012

Si può leggere il siparietto di Clint Eastwood alla Convention di Tampa in due modi: divertente e irriverente e al tempo stesso un po’ triste com’è stata questa settimana repubblicana. Nel primo caso si tratta di una risata liberatoria: finalmente qualcuno prende il toro (Obama) per le corna e fa uscire il non detto del discorso di Romney: cari americani, avete dato una grande occasione al primo presidente nero della Storia, vi siete commossi il giorno della sua elezione e avete creduto alla sua promessa di cambiare l’America (anche Clint confessa di esserci cascato); ora che l’illusione è finita e che la frittata è fatta, fate tornare alla Casa Bianca le persone serie, i miliardari e le “gens” che sanno come si comanda e conoscono gli interessi in gioco, altro che Marco Rubio e l’importanza del voto latino, teniamoci stretti i fratelli Koch. Per la serie: “Stai fuori dal mio giardino”, oppure vieni a pulirmi il tetto del garage e allora magari diventeremo amici e abbasserò il winchester. Nel secondo caso, la tristezza è provocata dall’immagine di questo vecchietto che tiene banco per un quarto d’ora andando a braccio, simile a quei nonni scorbutici che guardano solo film western, borbottano cose poco comprensibili scolando litri di birra, e considerano il 90% di chi li circonda una manica di rammolliti imbecilli – perché si sa, i nonni siedono sempre a capotavola e bisogna assecondarli qualsiasi cosa dicano o facciano. Al di là di come si giudichi la scenetta interpretata dall’attore americano – l’unico, va sottolineato, a parlare di Afghanistan  durante la Convention (2.000 soldati americani morti dall’inizio della guerra) – c’è un elemento che deve far riflettere. Eastwood ha rubato la scena a Romney come aveva già fatto Paul Ryan. Ci voleva questa anziana quercia dell’America bianca e testarda per far credere all’Elefantino di aver trovato finalmente un nuovo Presidente (impressione confermata dalla valanga di tweet che hanno seguito il discorso di Clint, rispetto a quelli che hanno cinguettato dopo Mitt). Nulla è cambiato nei sondaggi, gli avversari sono sempre testa a testa, con Obama in leggero vantaggio secondo le medie di RealClearPolitics. Solo che adesso la rimpatriata repubblicana è finita, Romney non sembra molto più “umano” di prima, e aspettiamoci la sollevazione della gilda hollywoodiana, il trionfo dei vari Clooney e delle Streisand. Ma che bella campagna elettorale, piena di valori e soprattutto contenuti.