Provateci a tappare la bocca a Waters

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Provateci a tappare la bocca a Waters

Provateci a tappare la bocca a Waters

05 Marzo 2016

John Waters, lo scrittore irlandese che oggi tiene la lectio magistralis alla Lettura Annuale di Fondazione Magna Carta, è una di quelle persone che non hanno paura di dire ciò che pensano. Per esempio che l’Irlanda è stata “bullizzata” sul referendum pro-matrimoni gay, con un governo, quello appena uscito sconfitto dalle elezioni, che schierandosi apertamente per il Sì ha scatenato una “guerra mentale” nel Paese, aprendo le porte a una campagna di delegittimazione, censura, mobbing portata avanti dagli alfieri del politicamente corretto contro chiunque avesse qualcosa da ridire sulle famiglie arcobaleno.

 

Governi, media e tribunali sono ormai sopraffatti da queste forme aggressive e illiberali di pensiero unico che vogliono tappare la bocca a chi vede le cose diversamente. Un clima che si è diffuso rapidamente nei Paesi occidentali spingendo Waters a scrivere che “siamo ricattati da una minuscola minoranza locale con una forza mondiale, ci si intima di sabotare la nostra costituzione, e chiunque dissenta si trasforma immediatamente in oggetto di odio pubblico”, e sia lui che la sua famiglia ne sanno qualcosa.

 

Tipi come Waters fanno paura alla gilda arcobaleno per un motivo molto semplice. Le idee e la biografia dello scrittore irlandese non possono essere ridotte al solito desolante ritratto del “bigotto” contrario alle magnifiche e progressive sorti della società LGBT, perché la storia personale di Waters non ha nulla del bacchettone baciapile. Waters ha iniziato la sua carriera come giornalista musicale nei formidabili anni Ottanta, ha avuto una figlia con la cantantessa Sinead O’Connor, ha pubblicato un meraviglioso zibaldone con citazioni, scritti e foto di centinaia tra autori e musicisti irlandesi, The Whoseday Book, progetto che ha permesso di raccogliere tre milioni di euro a beneficio della Irish Hospice Foundation.

 

E’ uno che dalla politica estera alle grandi questioni della nostra epoca non dice mai cose scontate, dagli articoli a favore della liberazione dell’Iraq alla denuncia dello stupidario di Internet e della idiozia di certi blogger che s’incontrano sulla Rete. Waters ha la capacità di far infuriare i soloni del politicamente corretto, come quando disse che i credenti sono "funnier, sharper and smarter" degli atei. Ecco chi è John Waters che oggi interviene alla Lettura Annuale di FMC. Un intellettuale venuto a chiederci una cosa serissima: se siamo ancora liberi di esprimerci liberamente, se si possono criticare Vendola o Elton John per le loro scelte di vita senza venire scomunicati dai giornali e sul web.

 

Waters viene a testimoniare come si può rispondere a questo regime intimidatorio cresciuto nella nostra democrazia per cui si santificano gli eroi gay-friendly mentre si screditano tutti gli altri. Lo scrittore irlandese ci ricorda che i bambini nascono da un padre e una madre, maschio il padre, femmina la madre, e che questa verità non può più essere limitata al chiuso delle nostre case o relegata nella dimensione privata della nostra vita. Come ha dimostrato il Family Day, la difesa della famiglia naturale e dei diritti dei bambini vanno gridati e rivendicati in piazza, perché in gioco è la libertà di espressione, quella di manifestare, il sale della democrazia.