Prove di disgelo tra Serbia e Kosovo, firmati 3 accordi sotto l’egida Ue

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Prove di disgelo tra Serbia e Kosovo, firmati 3 accordi sotto l’egida Ue

11 Luglio 2011

A piccoli passi si va verso il disgelo tra Serbia e Kosovo. Da pochi giorni Belgrado e Pristina hanno raggiunto i primi accordi concreti nel dialogo avviato lo scorso marzo su pressione della comunità internazionale. L’Unione europea, che funge da mediatore nel negoziato, ha espresso soddisfazione affermando che tali intese fanno fare progressi alle due parti sulla strada verso l’integrazione europea, senza tuttavia pregiudicare le rispettive posizioni sullo status del Kosovo. Bruxelles fa pressione per una stabilizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina.

I tre accordi raggiunti a Bruxelles, i primi fra le parti dalla proclamazione d’indipendenza di Pristina il 17 febbraio 2008, riguardano la mobilità della popolazione, l’accesso ai registri dello stato civile e il mutuo riconoscimento dei diplomi universitari. Con il primo punto è stato fra l’altro risolto il problema delle targhe automobilistiche, sorto con l’emissione delle nuove targhe serbe e che riguardava in larga parte la popolazione serba nel nord del Kosovo.

“L’accordo sulla mobilità e sugli spostamenti della popolazione è particolarmente importante”, ha detto Robert Cooper, il mediatore Ue secondo il quale ciò contribuisce a normalizzare la situazione e a risolvere problemi nella vita quotidiana della gente, sia di etnia serba sia albanese, contribuendo ad avvicinare entrambi i paesi all’Europa.

Gli accordi daranno certezza giuridica ai cittadini che vivono in Kosovo. Nello stesso tempo per il crimine organizzato, le mafie, i truffatori e i ladri di identità, le cose saranno più difficili. Gli accordi arrivano nel quadro dell’avvicinamento di Belgrado all’Unione europea. Tutto confermato anche dal capo della diplomazia dei 27, Catherine Ashton, che ha dichiarato come il futuro della Serbia e del Kosovo è nell’Unione.

I primi accordi con Belgrado sono “estremamente incoraggianti”, ha affermato l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, dopo un incontro con il primo ministro del Kosovo, Hashim Thaci. Quest’ultimo da giorni subisce la pressione dell’opposizione che chiede chiarimenti in merito agli accordi e che vengano ratificati dal parlamento Kosovaro. Ma l’ottimismo espresso da Bruxelles e Tirana, che hanno parlato di occasione per “avvicinarsi all’Europa” e “restituire stabilità alla regione”, sembra condiviso per le vie di Pristina.

“Spetta agli Stati membri riconoscere altri Stati e all’Ue spetta fare altrettanto per una prospettiva europea”, ha detto la Ashton. “Quando parlo della prospettiva, parlo a nome di tutti gli Stati membri”. Secondo la Ashton, i primi accordi raggiunti sabato scorso nell’ambito del dialogo Pristina-Belgrado vanno nella direzione giusta, non solo a vantaggio del benessere dei cittadini, ma “allo scopo di avvicinare entrambi i paesi all’Ue”.

L’Unione europea ribadisce cosi il suo impegno per la prospettiva europea del Kosovo, nonostante vi siano 5 paesi UE che non ne riconoscono l’indipendenza. Questi accordi rappresentano una inversione di tendenza, nei rapporti tra Serbia e Kosovo. Belgrado ancora oggi non riconosce l’autoproclamazione di indipendenza del Kosovo, approvata al termine di un lungo conflitto civile nel 2008. Il governo serbo, che già a maggio aveva estradato all’Aja il generale Mladic, punta ad accelerare il processo per l’ingresso nell’Unione europea, nell’ambito del quale proprio la normalizzazione dei rapporti con Pristina rappresenta una condizione necessaria.