Prove tecniche di resistenza (al renzismo) e ricostruzione

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Prove tecniche di resistenza (al renzismo) e ricostruzione

07 Dicembre 2015

Prove tecniche di ricostruzione. Nel senso di ricostruzione di un campo a partire dal tessuto connettivo tra politica, civismo, cultura, istituzioni, imprenditorialità. Nella trincea della resistenza al PUR (pensiero unico renziano) o PDN (partito della nazione) che dir si voglia, in quel cantiere in fermento che aspira a divenire alternativa maggioritaria, la fondazione Magna Carta, presieduta dal fondatore di "Idea" Gaetano Quagliariello, coglie l’occasione del clima prenatalizio per riunire attorno a un tavolo mondi diversi, mettere in comunicazione universi paralleli, stabilire un contatto.

 

L’occasione è una cena di autofinanziamento, grazie alla quale amici vecchi e nuovi del pensatoio liberal-conservatore nato all’indomani dell’11 settembre da una felice intuizione dell’allora presidente del Senato Marcello Pera e di Quagliariello, hanno potuto contribuire al non facile sostentamento di una fondazione culturale in tempi di crisi. Accanto a loro, ambasciatori, diplomatici, giuristi, giornalisti, imprenditori, professionisti: ospiti d’onore ai quali offrire la plastica rappresentazione di cosa sia un’aggregazione in movimento. Di cosa sia un sedimento di amicizie e tradizioni che resistono nel tempo delle Leopolde fuggenti.

 

Alla cena di Magna Carta c’erano ovviamente i parlamentari di "idea". C’erano rappresentanti di organizzazioni amiche. E c’erano, un po’ meno ovviamente, i cavalli di razza del movimentismo civico, i quali in attesa che i partiti tradizionali abbiano risolto le proprie crisi d’identità (o più banalmente le proprie beghe interne) sono scesi in campo a Roma, a Trieste, a Napoli. Alfio Marchini, Roberto Dipiazza, Gianni Lettieri: riuniti per la prima intorno allo stesso desco perché è vero che alle amministrative ogni città fa storia a sé, ma la politica italiana è a un bivio e il futuro del campo alternativo alla sinistra passa anche dalla conquista dei campanili.