Pubblica amministrazione: dentro gli amici della casta, fuori chi ha vinto un concorso
10 Novembre 2007
Se la politica non riesce a sottrarsi al ricatto dell’ideologia, e ad essa rischia di svendere addirittura un bene prezioso come la pubblica amministrazione, allora intervenga un’indagine conoscitiva, “perché il Paese – afferma il senatore di Forza Italia Gaetano Quagliariello – deve sapere la verità”.
In queste ore di febbrile trattativa tra l’estrema sinistra e il gruppo dei “diniani”, non si placa il braccio di ferro sulla stabilizzazione dell’esercito dei precari della PA, prevista nella legge Finanziaria. E se il ministro Nicolais prova a gettare acqua sul fuoco e a rassicurare gli animi dei moderati giurando che non ci sarà nessuna sanatoria, l’opposizione accende i riflettori sul vero nodo della questione, sull’equivoco che la sinistra tenta di alimentare per vincere le ultime resistenze e condurre in porto la manovra.
La partita si gioca infatti lungo l’insidioso crinale che separa la nozione di “concorso pubblico” (percorso imposto dalla Costituzione e regolamentato da una legge dello Stato) e l’indicazione di una generica “procedura selettiva” (etichetta che racchiude tutto il contrario di tutto, e può coprire modalità di assunzione anche estremamente discrezionali). E’ un fatto che fra i 400mila precari attualmente gravitanti ai vari livelli della pubblica amministrazione la stragrande maggioranza abbia ottenuto un impiego a tempo determinato mediante un semplice colloquio o una mera valutazione dei titoli. Ed è dunque un fatto che l’eventuale richiamo ad una generica “procedura selettiva” introdotto nella norma della Finanziaria sulla stabilizzazione, servirebbe a ben poco.
Se a fronte di tutto questo si considera che 70mila vincitori di regolare concorso attendono da tempo invano il loro spazio nel pubblico impiego, si comprende come la maxi-sanatoria che l’Unione ha in cantiere per compiacere una parte dell’elettorato e assicurarsi l’ala radicale della coalizione, da misura di giustizia e solidarietà sociale quale viene presentata rischierebbe di assurgere ad emblema di una politica a dir poco iniqua. “Che Diliberto festeggi la notizia sulla Piazza Rossa – commenta Quagliariello -, visti i suoi presupposti ideologici è comprensibile. Che il ministro Nicolais e la parte moderata della coalizione di centrosinistra facciano passare tutto ciò come un esempio di modernizzazione ed efficienza è semplicemente immorale”.
A dimostrazione di tutto questo, l’esponente azzurro invoca un’indagine conoscitiva attuata anche attraverso l’attivazione del Commissario Anticorruzione, “per conoscere nel dettaglio le modalità di svolgimento delle procedure selettive attraverso le quali sono stati assunti i precari impiegati presso la pubblica amministrazione”. In Senato c’è già un’interpellanza urgente sottoscritta da oltre quaranta parlamentari. Ma prima che il governo si presenti a Palazzo Madama con la sua risposta ufficiale, probabilmente sapremo già su quale livello di cedimento si attesterà la linea di compromesso tra la sinistra radicale e i moderati dell’Unione. Nella speranza che i Liberaldemocratici di Lamberto Dini non siano disposti a pagare un prezzo troppo alto in termini di credibilità.