Può ripartire il dialogo tra imprese e Regione verso la ripresa
20 Novembre 2012
Le sfide ed il nuovo sistema di regole da introdurre a garanzia di chi fa impresa, nonostante il cielo a tinte fosche che oggigiorno ci sovrasta, che piuttosto che trasmettere l’ottimismo necessario per superare la congiuntura critica, c’instilla un pessimismo cosmico senza precedenti, che farebbe impallidire persino Schopenhauer. Una buona prospettiva di partenza è quella di evidenziare i nodi cruciali da sciogliere, dai deficit infrastrutturali alle lungaggini burocratiche, per approdare ad azioni concrete di sostegno al sistema delle imprese, che, nell’ottica dei vasi comunicanti, si tradurrebbero in crescita e sviluppo del sistema economico nel suo complesso e nel netto miglioramento del benessere dei cittadini.
Assumere una forma mentis orientata verso il cambiamento, stimolata dalla prospettiva che l’unione faccia davvero la forza potrebbe essere un inizio ed è senza dubbio il motivo del rinnovato filo di dialogo – attento e costruttivo- e della spiccata convergenza d’intenti fra il mondo confindustriale e quello politico, regnante in Abruzzo. “L’Abruzzo ha bisogno di voi e delle vostre capacità per sostenere il welfare regionale – ha esordito il governatore Gianni Chiodi, rivolgendosi alla platea della Sesta Convention delle Imprese di Confindustria, nel Padiglione Espositivo Ex Cofa del Porto Turistico di Pescara. E’ stata la volontà di stringere sinergie, la ricerca di una strategia univoca per il bene dell’Abruzzo contenuta nel “Patto per lo sviluppo”, a fungere da giusto compromesso nel superamento di tensioni e diatribe fra industriali e mondo della politica. Proprio come confermato dal numero uno di Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci, che ha parlato di “un confronto attivo, propositivo e costruttivo” fra le due parti. “Orizzonti per la ripresa: le sfide da vincere”, questo il leitmotiv della tavola rotonda.
Dialogare per confrontarsi e condividere idee e strategie per stimolare la competitività, catalizzatrice d’investimenti e vero motore della crescita, sbrigliando le redini della creatività per seminare frutti nel rigoglioso campo dell’innovazione. Queste le priorità sull’agenda di una regione che sta ai ritmi di un mercato economico dinamico e globalizzato, sempre alla ricerca di idee nuove e stimolanti, specie oramai in via di estinzione. Tracciare le direttrici che proiettino l’Italia su scenari di crescita sociale ed economica, evidenziando al contempo difficoltà e vulnerabilità, che attualmente inibiscono l’evoluzione del sistema imprenditoriale. Aprire il mercato del lavoro ai giovani, offrendo loro chance e condizioni vantaggiose per un debutto nel mondo imprenditoriale significa – per Angelucci – snellire le lungaggini della burocrazia, riformare la pubblica amministrazione e ridimensionare la pressione fiscale, principali ostacoli alla crescita. Queste le priorità per catalizzare la competitività e rilanciare l’economia dell’Abruzzo e del Sistema-Paese.
Il “made in Abruzzo”, vanta livelli di eccellenza nel tessile e nell’agroalimentare, bisognerebbe valorizzarli ulteriormente ed investire sulla formazione dei giovani. Le aziende, de facto, come possono ammortizzare la grande piaga sociale della disoccupazione giovanile? Il mondo Confindustriale si dimostra particolarmente sensibile e dedica grande attenzione al tema dell’Education, come sottolineato dal Vice Presidente Confindustria per l’Education, Ivanhoe Lo Bello. “Il dibattito sull’istruzione è nodo centrale negli altri paesi – spiega il vicepresidente -proprio come l’innovazione. In Italia, invece, è argomento marginale. Pur disponendo di studenti e docenti di alta qualità,il nostro paese si colloca fra le così dette “nations at risk” nel rapporto sulla scuola.
"La scuola deve preparare i ragazzi al lavoro”, prosegue, sottolineando le numerose richieste di tecnici specializzati provenienti dal mondo imprenditoriale, che non trovano riscontro fra i tanti giovani laureati in discipline umanistiche e giuridiche, ancora a spasso, perché animati da chissà quale ambizione. Un’adeguata politica di orientamento pre-universitario, che illustri concretamente le prospettive occupazionali a compimento del corso di studi, potrebbe essere un piccolo passo verso il raggiungimento dell’equilibrio nel mercato occupazionale, fra la domanda del mondo delle imprese – e l’offerta dei giovani laureati. Non è un caso se il fenomeno della “fuga dei cervelli”, esodo di talenti ed eccellenze, specializzati in discipline non spendibili sul mercato del lavoro autoctono, continui a depauperare l’Italia di speranze e potenzialità.
Commentando lo status quo del paese nel suo intervento, il governatore Chiodi esordisce con una nota originale. “Se Keynes vivesse oggi e gli venisse proposto lo "spend now and pay later", forte della sua teoria economica, ci citerebbe tutti per danni e chiamerebbe la neuro per farci rinchiudere. Specie dopo aver preso atto che in Italia la spesa pubblica supera il 50% del Pil (mentre ai suoi tempi era del 20%), che il debito pubblico è arrivato a 2 mila miliardi di euro e che il rapporto debito pubblico/Pil ha raggiunto il 120%”.
In Abruzzo,riconoscimenti autorevoli confermano che si procede in controtendenza, segnalando una politica votata a tagli e riduzione degli sprechi, con un occhio sensibile rivolto a giovani ed imprese. Iniziative come tirocini formativi in azienda ed incentivi alle assunzioni sono state lanciate sul territorio proprio per aprire il mondo delle imprese ai giovani. La strategia di risanamento seguita dall’Abruzzo ha di recente annunciato il raggiungimento dello storico risultato di poter finalmente ridimensionare il "capitolo tasse”, ottima notizia per le imprese localizzate sul territorio. Sono infatti previsti tagli del 30% alle addizionali Irpef ed Irap, a partire dal 2013. Nel corso del suo intervento, Chiodi ha spiegato le condizioni che hanno reso possibile anticipare le scelte del Governo nazionale – il Patto per lo Sviluppo, l’utilizzo oculato dei fondi, ed una ripartizione strategica delle risorse complessivamente a disposizione. L’Abruzzo ha scelto di destinare parte del Bilancio al risanamento del debito, potendone riservare un’altra alla prospettiva di ridurre le tasse. I fondi Fesr e Fas sono stati utilizzati in qualità d’investimenti ed è stato grazie all’autorevolezza del "Fattore Letta"- che ha dato gran voce alle esigenze della terra d’Abruzzo sul piano nazionale- che la Regione ha potuto disporre di circa 600 milioni di euro di fondi per intero, al di là del centinaio di milioni di euro di risorse Fas destinate alla sanità.
E’ stato proprio l’autorevole Gianni Letta – fra i relatori della Tavola Rotonda – a parlare di "unità, armonia, coesione e collaborazione per far vincere all’Italia la sfida di tornare a crescere e competere".