Pur di aiutare Assad l’Iran è disposto a destabilizzare l’intero Iraq

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Pur di aiutare Assad l’Iran è disposto a destabilizzare l’intero Iraq

31 Marzo 2012

Lo scorso Giovedì 29 Marzo, si è tenuto a Baghdad il primo vertice della Lega araba dopo 22 anni ( era programmato già per l’anno scorso, se solo le rivolte arabe non lo avessero fatto saltare), ma si è svolto sotto cattivi auspici.

Poco dopo l’apertura del summit, dedicato alla drammatica situazione in Siria, è stata avvertita una forte esplosione proprio all’interno della Zona Verde dove questo si è celebrato. Fonti della sicurezza hanno parlato alla tv Al-Jazeera di alcuni colpi di mortaio sparati vicino all’ambasciata iraniana, poco distante proprio dall’ex Palazzo repubblicano in cui l’incontro stava avendo luogo.

I vetri dell’edificio sono andati in frantumi, tuttavia l’esplosione non è stata udita all’interno della sala della conferenza, che è proseguita normalmente. Altre due esplosioni sono avvenute nella zona. Quello di oggi non è certo il primo attacco di questo periodo in Iraq.

La settimana scorsa decine di iracheni sono stati uccisi in tutto il Paese (a Baghdad, a Kirkuk e a Kerbala) e gli esperti sono sicuri che si tratti di azioni volte ad impedire il summit della Lega araba, azioni portate a termine nonostante le eccezionali misure di sicurezza (100.000 uomini) messe in campo dal primo ministro Nouri Al-Maliki.

Dato che alcuni di questi attentati sono stati effettuati con macchine-bomba, vi è stato un fitto dispiegamento di forze ai check-point. I passeggeri hanno dovuto scendere dalle vetture per sottoporsi ai controlli ed il traffico è rimasto fermo per ore.

Sembra già fallita la speranza dei diplomatici iracheni, espressa dal ministro degli Esteri Hoshyar Zebari la scorsa settimana, di sfruttare l’opportunità del summit per dimostrare che l’Iraq sia in grado di essere integrato nello scacchiere arabo e che non sia più “un Paese anormale”.

Personalità irachene concordano che il terrorismo di questi giorni abbia lo scopo di sabotare il summit. Lo ha affermato anche il vice Ministro dell’Interno Tenente Generale Ahmed Al-Khafaji, che per gli attacchi ha accusato estremisti sunniti legati ad Al-Qaeda in collaborazione con il partito Baath, ora bandito.

Tale accusa non è così peregrina, dato che lo “Stato Islamico Iracheno”, un affiliato ad Al-Qaeda, ha già rivendicato una serie di attacchi che in febbraio hanno ucciso 70 persone e ne hanno ferite 374. Le azioni del gruppo jihadista prendono di mira soprattutto le forze di sicurezza irachene, la minoranza sciita della popolazione, ed obiettivi governativi, ritenuti “illegittimi”.

Sul suo sito Internet, lo stesso gruppo terroristico aveva minacciato nuovi attacchi la settimana scorsa, particolarmente per oggi, in occasione del vertice della Lega araba. Tuttavia non c’è soltanto il fronte sunnita a continuare a destabilizzare l’Iraq: l’Iran, sciita, che interferisce sempre più nella politica irachena attraverso il premier Al-Maliki suo alleato, ha interesse ad evitare che l’ex dittatura di Saddam non si avvicini troppo al fronte arabo.

Perciò, secondo un alto ufficiale di sicurezza iracheno, la Repubblica Islamica sta sostenendo dei net-work legati ad Al-Qaeda. Non ci sono ancora prove certe di questo, ma tutto porta a ritenere che esse abbiano fondamento. Anche perché l’organizzazione terroristica fondata da Osama Bin-Laden, non è interessata solo a destabilizzare l’Iraq, ma proprio da qui si stata spostando in Siria, sulle cui sorti ha discusso oggi la Lega araba (che è apparsa divisa sull’opportunità o meno di armare le parti in conflitto nel Paese).