Pussy Riot cambiano volto: educate benvestite e istituzionali
28 Dicembre 2013
di redazione
Dalla preghiera punk nella Cattedrale di Mosca ad una associazione, Zona Prava, sui diritti umani violati. Nate incendiarie, le Pussy Riot si scoprono pompiere, si mettono in ghingheri, lasciano nell’armadio l’armamentario post-punk e fanno abilmente i conti con la notorietà, adeguandosi a standard umanitaristici più eleganti e formali. Ce ne siamo accorti in conferenza stampa, lo conferma l’annuncio di voler creare una associazione che dallo sberleffo antipolico sembra pronta a scendere in campo, politicamente, per contrastare quello che le ragazze terribili condannate dalla giustizia russa hanno definito "un regime cekista", alludendo al passato da agente segreto del presidente Putin. "Non siamo Pussy Riot, adesso", hanno detto le ragazze, che adesso vorrebbero coinvolgere nella partita l’ex oligarca Khodorkovsky, "è un personaggio molto importante e forte. Speriamo di riuscire a collaborare ideologicamente con lui", che per adesso fa orecchie da mercante dopo la liberazione e ‘in esilio’ a Berlino.