Putin è già fuori dall’ordine internazionale liberale
24 Marzo 2014
Nell’intervista di oggi al Corriere della Sera, il ministro degli esteri Federica Mogherini dice che "la violazione del diritto internazionale" della Russia "non può passare sotto silenzio e senza reazione". Ma dice anche che "il punto di caduta finale della crisi ucraina deve essere il rientro della Russia nel suo ruolo di partner internazionale globale e responsabile". Putin però va nella direzione opposta.
La NATO oggi ha lanciato un nuovo allarme: "le truppe russe nella Transnistria sono ben consistenti e in allerta". La Transnistria è la regione a maggioranza russa al confine tra Moldova e Ucraina che dal ’92 si è dichiarata indipendente da Chisinau e dove nei giorni scorsi il soviet supremo ha chiesto al parlamento di votare una legge che permetta alla regione di riunirsi alla Russia. Secondo la NATO "la Russia sta agendo come nemico più che come un partner".
Michael McFaul, ex ambasciatore americano in Russia fino ai recenti Giochi di Sochi e uno degli architetti del "reset" obamiano verso Mosca, nei giorni scorsi ha detto di essere "davvero depresso" perché "chi come noi, americani e russi, ha creduto in una Russia forte, prospera e democratica, pienamente integrata nel sistema internazionale" adesso giudica l’atteggiamento di Mosca come "un gigantesco passo all’indietro". E’ davvero difficile ritenere che i canali diplomatici con Mosca possano restare aperti come in passato.
Dopo l’annessione della Crimea, Putin sta proseguendo nella sua politica muscolare utile a minacciare le ex Repubbliche sovietiche: allontanarsi da Mosca equivale a un intervento armato russo. Per cui è venuto il momento di un nuovo "reset" occidentale verso la Russia, orientato verso la sicurezza più che verso il dialogo. Il comportamento dello "zar" cancella le speranze di una partnership con Mosca. La Russia non sta più contribuendo alla costruzione di un ordine internazionale liberale.