Putin e Medvedev si scambiano doni come padre e figlio

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Putin e Medvedev si scambiano doni come padre e figlio

14 Dicembre 2007

Tutto come nelle migliori
famiglie. Il padre nel momento opportuno sceglie tra i figli quello più adatto
a prendere cura del patrimonio della famiglia, mentre il figlio prediletto
eternamente grato promette di agire sempre secondo consigli e indicazioni del
padre. Come prevedevano quasi tutti gli osservatori Dimitri Medvedev era uno
dei due candidati più probabili per la successione di Putin. Ovviamente
Medvedev ha subito offerto a Putin il posto di primo ministro. Lo scambio dei
doni è nient’altro che il preludio alla ridistribuzione del potere tra
presidente e primo ministro. In questa situazione la stabilità politica
continua a fondarsi non sulle istituzioni bensì sulle personalità, mentre il
processo di rinazionalizzazione delle risorse naturali in corso crea una
tensione latente.

Le
caratteristiche personali di Medvedev non sono senza interesse per la comunità
internazionale. Medvedev, 42 anni, si è laureato in legge nell’Università di
Pietroburgo, dove nel ultimo anno dell’esistenza dell’Unione Sovietica ha
conseguito anche il dottorato, e dopo il crollo cominciò ad insegnare legge
nella propria università. Fin dall’inizio della carriera ha collaborato con
Putin, trasferendosi a Mosca insieme con il patrono. Negli ultimi anni Medvedev
ha occupato il posto di capo del Gazprom le cui azioni subito dopo la notizia
della sua nomina sono cresciute del 3%. Tra l’entourage di Putin è
probabilmente l’unico che non proviene dai servizi segreti. Ha una fama di
moderato, quasi un liberale anche se l’unica azione che potrebbe confermarla è
il fatto che Medvedev aveva pubblicamente espresso il suo disappunto contro la
statalizzazione di Yukos dopo l’arresto di Khodorkovsky.

         Se
le autorità del Cremlino hanno avuto una certa difficoltà ad assicurare la
partecipazione degli elettori al voto alla Duma, il cui esito era dato per
scontato, il compito di mobilitare la gente perché vada ai seggi per le
elezioni presidenziali nel marzo del 2008 sarà ancora più arduo. Continua così
la ricerca di un candidato, oltre l’inossidabile Zjuganov, che fornisca una
parvenza di competizione anche in queste elezioni. Non è da escludere, però,
che la stagione elettorale fornisca ancora qualche sorpresa. Proprio oggi, 14
dicembre, si svolge una seduta del comitato russo-bielorusso creato per
realizzare una confederazione dei due stati. In questa seduta, il Presidente
bielorusso, Lukashenko, e Putin dovrebbero discutere tre progetti
costituzionali di questa nuova federazione. Secondo la prima variante, il posto
del capo della confederazione sarà occupato dal presidente russo, mentre per
quello bielorusso sarà riservato il posto di vice-presidente. La seconda
prevede che il presidente della futura federazione sarà eletto dalla votazione
generale di entrambi i popoli, mentre per i presidenti della Russia e della
Bielorussia saranno riservati i posti di vice-presidenti. La terza variante
prevede la creazione di un Consiglio Superiore composto dai presidenti, i primi
ministri e i parlamentari delle due repubbliche capeggiato da un superpresidente
eletto con il suffragio universale. Tutte e tre le varianti, quindi, prevedono
una posizione di un  “leader nazionale”
creata su misura per Putin.

Finora il
Presidente Lukashenko e l’élite politica bielorussa hanno espresso un’ovvia
riluttanza di fronte alla prospettiva di questa confederazione, in cui per
forza di cose giocheranno un ruolo secondario. D’altra parte, le crescenti
difficoltà dell’economia bielorussa non riformata che regge soltanto grazie ai
sussidi russi nella forma di vendita delle risorse energetiche a prezzo molto
minore di quello del mercato potrebbero costringerli a cambiare la posizione.
Come dimostrano i sondaggi dell’opinione pubblica, il progetto della
confederazione russa-bielorussa sarebbe accettato da quella parte della
popolazione russa che risente ancora la perdita dello status di superpotenza .
Anche se i portavoce di ambedue le amministrazioni hanno definito “pura
fantasia” la stessa idea di creazione della federazione russo-bielorussa in
tempi ravvicinati, la continua discussione di una nuova unione tra i due popoli
slavi non sparisce mai dall’agenda politica. Potrebbe essere tirata fuori dal
vertice del Cremlino in un momento giudicato più opportuno.