Putin sta per riprendersi la Russia ma non ha più il consenso di una volta
02 Dicembre 2011
Domenica 4 Dicembre 2011 si terranno le elezioni parlamentari in Russia, ma il risultato è ampiamente prevedibile. L’esito confermerà, ancora una volta, la vittoria del partito di Putin, "Russia Unita" (Edinaya Rossya). Nonostante la Russia sia una Repubblica presidenziale, le elezioni per la Camera dei deputati (Duma) costituiscono un momento decisivo per assicurare la maggioranza in parlamento e, di conseguenza, legittimare il potere esecutivo del governo.
Russia Unita, che attualmente possiede l’assoluta maggioranza con 315 seggi su 450, sta attraversando un momento di crisi. L’appoggio popolare è, infatti, notevolmente diminuito negli ultimi sei mesi. Le statistiche del Centro Levada dimostrano che la popolarità del partito ha subito un calo senza precedenti, da quando è stato creato nel 2001, cioè dal 64.4% nel 2007 fino al 41% nel Maggio 2011.
Alexey Navalny, avvocato e attivista politico, contro la rampante corruzione nel paese, ha definito Russia Unita come un partito di “ladri e truffatori” (партия жуликов и воров). Ben un terzo di russi condivide questa opinione a causa della crescente insoddisfazione nei confronti del governo, incapace di far fronte alla paralisi politica e all’inefficienza burocratica del paese. Le aspettative per il cambiamento, tanto promesso dalle autorità e a lungo auspicato dalla popolazione, si sono trasformate in risentimento e delusione, forse segno del lento cambiamento della società russa.
Anche se il sostegno popolare al partito è diminuito, non ci sono dubbi sull’esito delle elezioni. L’interrogativo non riguarda tanto chi vincerà la prossima tornata elettorale, ma piuttosto in che modo e, secondo i critici, con quali violazioni l’attuale governo si assicurerà la vittoria il 4 Dicembre. Alcuni esperti hanno lanciato un ultimo monito: se durante la fase finale della campagna elettorale il rating di Russia Unita non migliorerà, assisteremo a una completa violazione delle regole del gioco.
Ma è inutile gridare ai brogli elettorali per dimostrare la natura fraudolenta delle elezioni imminenti: il governo già da tempo ha adottato sottili astuzie con le quali riduce la competizione politica del paese. I partiti, per esempio, devono ottenere un 7% minimo di voti per garantirsi seggi in parlamento, lo sbarramento con la più alta percentuale in Europa.
Il partito Comunista Yabloko e sette altri politici hanno accusato un iniquo accesso a televisioni e giornali pubblici durante la campagna elettorale. Un dato confermato anche da osservatori dell’OSCE e dall’Assemblea del Concilio d’Europa. Infine, le autorità russe rifiutano sempre più di registrare nuovi partiti politici, tra cui Parnas e Altra Russia, con l’intento di diminuire le file dell’opposizione, fornendo giustificazioni vaghe e inattendibili.
In ogni caso, la vittoria del partito di Putin, Russia Unita, è garantita, così come il completo controllo delle elezioni del 4 Dicembre da parte del governo. L’uomo forte del Cremlino si guadagnerà l’assoluta maggioranza parlamentare, ma tale risultato rischia solo di peggiorare il malcontento di una società che non riconosce né legittima il governo di Russia Unita. I futuri sviluppi sociali e politici del paese rimangono incerti ed allarmanti.