Quagliariello apre alla grossa coalizione
10 Novembre 2011
Senatore Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario del Pdl al Senato: ha detto che le sembra improbabile "ma se c’è un accordo sulle cose da fare un governo di unità nazionale si può fare". E’ una posizione diversa rispetto a quella ufficiale del Pdl?
«No. E la posizione di chiunque abbia a cuore l’interesse dell’Italia prima di quello della propria parte. Tutti vediamo ciò che accade sui mercati finanziari. Ciò dipende da un debito pubblico accumulato nei decenni che sarebbe intellettualmente disonesto scaricare su questo o quel governo, e da una speculazione che non tiene conto dei dati effettivi, in Italia molto più solidi che in altri Paesi. In questa situazione, non c’è un governo da fare a tutti i costi, ma se si può dare un contributo senza rinunciare al bipolarismo, alla propria identità e al perimetro di una destra di governo, si ha il dovere di non tirarsi indietro, anche se ciò comporta un rischio. A condizione, però, che sulle cose da fare vi sia condivisione. Non basta una formula come "responsabilità nazionale" per fare un governo».
Sta crescendo la fronda di parlamentari Pdl contrari al voto. E’ un segnale del rompete le righe?
«Il Pdl è una forza radicata e responsabile. Da 17 anni va avanti la litania del partito di plastica. Il risultato è stato un milione e 200mila tessere: inatteso e incredibile. Quanti manifestano una legittima contrarietà al voto anticipato senza che ciò comporti né abbandoni né cambi di casacca hanno il diritto di essere rispettati nel partito».
Cicchitto ha detto che per Alfano non è il momento. I fedelissimi fanno terra bruciata attorno al capo?
«Alfano incarna oggi la speranza di un Pdl ancora vincente. Ha intorno a sé una classe politica giovane e radicata sul territorio. Questa speranza va preservata e utilizzata con cura: questo e non altro voleva dire Cicchitto».
Napolitano ha ribadito che o si fa un nuovo governo o si va al voto. Ipotesi Monti o Amato?
«Il presidente Napolitano, escludendo qualsiasi forma anche indiretta di ribaltone, si sta comportando con correttezza e saggezza. Nella politica italiana esistono due partiti trasversali e contrapposti: quello degli "antiquari", che vorrebbero approfittare della crisi per far chiudere il mare sugli ultimi diciassette anni e tornare ai tempi antichi; e quello dei "novatori", che vorrebbero che i riti della seconda Repubblica si producessero fino in fondo, fino al sacrificio da consumarsi in Parlamento. Soluzioni equilibrate devono sfuggire a questi due estremi e Napolitano, anche con il suo comunicato di oggi, si sta muovendo in questa direzione».
Sia Fini che Schifani affermano che la legge di stabilità può essere approvata entro domenica. A sinistra si temeva qualche tranello.
«Solo la malafede poteva far pensare che vi fossero trucchetti dietro il comportamento tenuto dal presidente Berlusconi. Se avesse voluto, il premier avrebbe potuto chiedere nuovamente la fiducia, e probabilmente l’avrebbe ottenuta visto che l’opposizione alla Camera ha contato come voti per se stessa le assenze di dubbiosi, malati e carcerati».
Berlusconi è nei fatti dimissionato, ma sui mercati non è andata meglio. Cosa significa?
«Non solo non è andata meglio, ma è andata molto peggio. Chi aveva detto che l’annuncio delle dimissioni di Berlusconi avrebbe fatto scendere lo spread di 100, 200, 300 punti, dovrebbero chiedere scusa. I mercati non ragionano con la strumentalità della politica, e le cause di quanto accade hanno una dimensione ben più ampia del cortile della politica italiana».
La sinistra oscilla tra grande alleanza e voto. Cosa significa?
«Per nessuna forza responsabile è facile scegliere fra queste due ipotesi».
(tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno)