Quagliariello: con le richieste dei finiani aumenterebbero il deficit e l’instabilità
29 Novembre 2010
Senatore Gaetano Quagliariello (Pdl), il sito di Generazione Italia scrive a Berlusconi: lo Stato non è lei, e dopo di lei non c’è il diluvio. Come replica?
Mi sembra solo una burla fuori tempo. Si tratta di un intervento di Bossi del 1994, che ha avuto modo di ripensarci e di tornare nell’ambito del centrodestra. E lo ha fatto anche perché il bipolarismo ormai è entrato nel sentire comune degli italiani, rendendo illusorio uno spazio per una terza forza. seconda questione: solo ora i componenti di Fli si sono accorti che Berlusconi è l’incarnazione del male?
A destra si riscopre il valore del termine "traditore". Sembra una terminologia del secolo scorso.
I traditori in politica erano coloro che venivano meno ad una posizione ideologica. Le ideologie sono state il sale della democrazia dei partiti. Oggi lo scettro della sovranità è passato in mano agli elettori. Per questo gli impegni elettorali hanno assunto inedita centralità. E per questo chi parte dal centrodestra per poi proporre un governo con la sinistra senza dubbio tradisce il patto con gli elettori.
Le rivelazioni sull’Italia di Wikileaks. E’ preoccupato?
Questa fuga di notizie è un fatto gravissimo che segna la nuova frontiera dell’insicurezza degli Stati contemporanei. Di fronte a questo scenario, preoccuparsi per qualche pettegolezzo relativo alla situazione italiana è quantomeno da provinciali.
Berlusconi parla di complotto per farlo fuori. Che dice?
I fatti parlano da sé. Pretenderebbero che agevolassimo la mozione di sfiducia contro il governo in un momento in cui servirebbe stabilità. E D’Alema, qualora non ci fosse la sfiducia, propone un governo di salvezza nazionale contro chi ha vinto le elezioni. Come dire: giungere alla pacificazione attraverso la guerra civile. Mi sembra un residuo di mentalità comunista.
Fini dà il via libera alla riforma della Gelmini. E’ sorpreso?
No, perché a quella riforma abbiamo lavorato insieme. Sono sorpreso, invece, che Fli dimentichi di aver votato la fiducia al governo circa 45 giorni fa e, per sottovalutarne i risultati, fa richieste che porterebbero all’aumento del deficit e dunque all’instabilità finanziaria del Paese: in questo momento il massimo dell’irresponsabilità.
E la riforma elettorale?
Non è la priorità. In mancanza di un’ampia riforma delle istituzioni, il premio di maggioranza impedisce la frammentazione partitica. Proporre l’abolizione del premio di maggioranza è un ritorno al passato, quando i governi li decidevano i partiti e non gli elettori. Se fossero in buona fede e si preoccupassero veramente della rappresentatività, basterebbe dire: stabiliamo che il premio di maggioranza non possa superare il 10%. Non è certo una priorità ma se ne potrebbe parlare.
Dove sta andando il Pd?
E’ in mezzo al guado, perché cerca di tenere insieme cose incompatibili, Bonanni e la Fiom, Binetti e Pannella, Vendola e Fioroni. Bisogna scegliere, e Latorre ha detto con chiarezza che il Pd vuole scegliere le posizioni più estreme, tornando al vecchio Pci.
Il Pdl dovrebbe preoccuparsi di una candidatura Vendola?
Farebbe malissimo a prenderla sotto gamba. Un errore che chi opera in Puglia sa che non si deve compiere.
(Tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno)