Quagliariello: “Dopo il voto unità d’azione con Fitto e Tosi”
27 Maggio 2015
Gaetano Quagliariello, il voto di domenica rappresenta oggettivamente un test sul governo. Se va male a Renzi, il giudizio negativo si estenderebbe anche sul suo partito. Non teme questo scenario?
“Non lo temo affatto. Sottolineo che in sette regioni su sette che vanno al voto noi siamo in campo contro il Pd, alternativi a Renzi e alla sinistra per costruire un centrodestra diverso dal passato”.
Resta il dato oggettivo che siete al governo con il Pd e lavorate per far perdere il Pd alle regionali. Servono i sacri testi di politologia o della psicanalisi?
“Serve solo ricordare ciò che abbiamo detto all’inizio della nostra avventura: che aprire una crisi avrebbe significato gettare il Paese nel baratro ed entrare in Forza Italia confinarsi nella nostalgia. Noi abbiamo rischiato in proprio. Abbiamo scelto di portare a termine le riforme perché servono ad affrontare meglio la crisi economica e perché non sarebbe stato giusto consentire al Pd, che nel 2013 non ha vinto le elezioni, di scrivere da solo le regole. Allo stesso tempo abbiamo costruito un partito nuovo senza un euro di finanziamento pubblico e gettato le fondamenta di una nuova alternativa a Renzi. Tutti, anche voi, avreste scommesso che alle regionali ci saremmo schierati un po’ di qua e un po’ di là, a seconda delle convenienze. Come ha fatto l’Udc. Invece abbiamo tenuta dritta la nostra rotta, e questo ci andrebbe riconosciuto al di là della politologia e anche della psicanalisi”.
Puntate ad un nuovo contenitore moderato, senza Berlusconi. Ma il cav è sempre lì, e dice di non avere eredi. Dovrete attendere ancora molto?
“Noi non abbiamo atteso, abbiamo operato. Abbiamo le idee più chiare di Berlusconi e del suo partito, visto che non corriamo il rischio di diventare il tappetino della Lega. Un nuovo contenitore moderato nascerà perché questa è la strada segnata anche dall’Italicum. Se Berlusconi si trincererà nel passato come ha fatto in Puglia, pazienza. Non me lo auguro ma ne faremo a meno”.
Alfano, Tosi, Fitto: un partito a tre punte?
“Questo ‘contenitore’ sarà grande e inclusivo, avrà molti protagonisti come ad esempio i candidati presidenti a queste regionali, Gian Mario Spacca nelle Marche, Claudio Ricci in Umbria, ovviamente Francesco Schittulli. Immagino un partito costruito con metodo federativo. Riguardo agli amici che lei ha menzionato, oggi le posizioni registrano una differenza rispetto alla presenza al governo. Noi riteniamo che la stagione delle riforme si debba completare, ma crediamo anche che da dopo le elezioni regionali bisognerà iniziare a mettere in campo strategie comuni, per diminuire progressivamente la distanza fra noi e non aumentarla. Anche rispetto al rapporto con il governo”.
Ma Fitto guarda a Cameron,voi siete nel Ppe. Non è proprio la stessa cosa. Che ne pensa?
“Con tutta sincerità: stimo molto le capacità tattiche di Raffaele ma penso che a volte ceda alle mode del momento. Il popolarismo, con i suoi principi di fondo, è la vera famiglia alternativa alla socialdemocrazia europea. Nei confronti dell’Europa, poi, il campo degli scettici è già fin troppo affollato. La sfida è risuscitare il sogno di De Gasperi, compiere non un passo indietro ma due in avanti verso un’Europa che abbia un’anima e non solo una burocrazia”.
Tutti gli occhi sono sul caso Puglia. Il centrodestra diviso uno contro l’altro armato. La Puglia può essere il laboratorio di ciò che potrebbe accadere a breve a livello nazionale?
“La Puglia dimostrerà come, al di là dei capricci di Forza Italia, possa nascere una forza popolare, cristiana, liberale, che rappresenti la vera alternativa al centrosinistra. Consiglio anche di dare un’occhiata alle Marche e al Veneto. Nelle Marche lo schieramento di Area Popolare se non vincerà arriverà almeno secondo e straccerà la Lega. E in Veneto, terra di Carroccio trionfante, andremo molto bene. Flavio Tosi, e noi con lui”.
Schittulli e Poli Bortone. Chi vincerà il duello a destra?
“Punto tutto su Schittulli. Ha dimostrato di avere un cuore grande e di essere più vicino al popolo che alla politica. Ha usato un linguaggio semplice, addirittura con le canzoni e con Totò. Soprattutto, si è battuto con l’impeto di un ragazzo anche quando sembrava che avesse tutto da perdere”.
Intanto Emiliano va avanti senza apparenti avversari. Scontato l’esito delle regionali pugliesi?
“Rompere il centrodestra da parte di Foza Italia è stato un peccato, che è diventato un peccato mortale a fronte della disponibilità di Fitto a fare una propria lista. Credo che Emiliano abbia commesso invece il peccato opposto: ha fatto salire troppi sul suo carro. Se vincerà dovrà mettere d’accordo Cesa e Vendola, per non dire degli interessi opposti che dovrà tenere insieme. Sinceramente, auguri”.
I grillini hanno rafforzato la loro immagine di partito della protesta. Il vostro candidato in Puglia potrebbe concorrere per la zona UEFA, ma i due posti della Champions sembrano lontani. Di chi sarebbe la responsabilità di un simile scenario?
“Anche della Juventus si diceva che non sarebbe arrivata in finale… In molte regioni, tra cui la Puglia, siamo già in zona Champions. A livello nazionale puntiamo a sfidare Renzi alle politiche. Abbiamo due anni di tempo. Per farlo è però necessario voltare pagina, perché se ci si illude di far rinascere ciò che non c’è più, si continua a perdere tempo anziché guadagnarlo. Area Popolare è questo: il primo nucleo di una grande forza del futuro che punta a vincere la Coppa dei Campioni”.
(Tratto da Gazzetta del Mezzogiorno, intervista di Michele Cozzi)