Quagliariello saluta Todi: “I cattolici erano irrilevanti con la Dc”
20 Ottobre 2011
di redazione
“L’ultima cosa che serve è un derby umbro tra cattolici o una competizione tra convegni”, dice Gaetano Quagliariello, dirigente di prima fila del Pdl e da sette anni organizzatore, con la Fondazione Magna Carta, dei seminari di Norcia. L’ultimo incontro si è tenuto il 15 e 16 ottobre scorsi, poco prima del seminario che a Todi, pochi chilometri di distanza, ha riunito alla presenza del presidente della Cei Angelo Bagnasco le più importanti associazioni cattoliche italiane: un seminario circondato per settimane da speculazioni politiciste intorno alla possibilità che da lì rinascesse una “nuova Dc”, il partito unico dei cattolici italiani.
"A Norcia e Todi si sono confrontate due impostazioni differenti, un dibattito a distanza sul quale è stato il cardinale Bagnasco a mettere una parola definitiva con il suo discorso", ovvero non ci sarà un partito unico dei cattolici; come ha detto Bagnasco agli intervenuti di Todi: "Il nostro è un impegno prepolitico". Secondo una versione semplificata delle cose a Todi in molti speravano di poter riunificare i cattolici sparsi tra centrodestra e centrosinistra scavalcando anche le figure politiche che negli ultimi anni hanno avuto il ruolo di cinghia di trasmissione tra politica e gerarchie vaticane; mentre a Norcia si riunivano quei cattolici del Pdl e del centrodestra più in generale — tra cui Quagliariello stesso ed Eugenia Roccella — che negli ultimi anni, soprattutto a partire dalla battaglia sulla legge 40, rivendicano di fronte agli elettori e all’opinione pubblica cattolica il merito di aver imposto all’attenzione dell’agenda politica e parlamentare i cosiddetti "valori non negoziabili" cari alla chiesa.
"Tra noi e Todi c’erano delle questioni aperte. Una è il conflitto tra l’idea di unità dei cattolici e il principio della centralità dei valori cristiani. La seconda riguarda il problema tra la questione antropologica e quella sociale, cioè i valori irrinunciabili dell’essere umano e le sfide sociali. La terza, e più politica, riguarda il dibattito tra chi pensa sia necessario rafforzare il bipolarismo e chi lo vuole distruggere. La quarta si dipana intorno al tema della rilevanza dei cattolici in politica negli ultimi anni. La relazione del cardinale Bagnasco a Todi, preceduta da un intervento pubblico del suo predecessore il cardinale Camillo Ruini, ha chiarito tutto: la centralità è nei principi non negoziabili.
Bagnasco ha chiuso lo spazio all’ipotesi di un partito. Io ho sempre pensato che il principio della centralità dei valori cristiani, l’incontro tra credenti e non credenti, fosse una conquista più importante dell’unità politica dei cattolici tout court. Da un lato c’è l’unità formale di tutti i cattolici, dall’altro c’è una unità di cattolici che si fonda sulla condivisione dei principi cristiani. Chi si rifà al pluralismo della rappresentanza dei cattolici in politica, come quanti hanno partecipato al seminario di Norcia, ritiene che la separazione dei cattolici in politica sia una conquista e un punto di non ritorno".
E forse non è un caso che quando si è aperta la riunione di Norcia sia arrivato contemporaneamente l’intervento con il quale il cardinale Ruini si esprimeva a favore del bipolarismo compiuto. "E’ solo grazie al pluralismo che i cattolici non sono più irrilevanti, come invece qualcuno ha sostenuto a Todi. In questo paese i cattolici sono stati irrilevanti negli anni Settanta, cioè quando esisteva la Democrazia cristiana. Si perdevano tutte le battaglie: aborto, divorzio… Un tempo dire ‘laico’ equivaleva a dire ‘anti cattolico’, oggi abbiamo invece conquistato un nuovo senso alla parola laicità. Abbiamo abbandonato il braccio secolare della Dc per parlare direttamente dal pulpito. L’Italia è uno di quei luoghi dove l’ideologia dominante del positivismo non ha trionfato".
Tra Norcia e Todi ha vinto Norcia? "Dopo le parole di Bagnasco il seminario di Todi scade, per dirla con Marx, a sovrastruttura".
(Tratto da il Foglio)