Quagliariello: “Serve legittimazione reciproca tra Pd e Pdl”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Quagliariello: “Serve legittimazione reciproca tra Pd e Pdl”

Quagliariello: “Serve legittimazione reciproca tra Pd e Pdl”

25 Marzo 2013

Intervistato dal Corriere della Sera, il senatore Gaetano Quagliariello insiste sulla "legittimazione reciproca" fra Pdl e Pd, spiegando che, considerando il momento che sta vivendo l’Italia, "occorre capire se esiste la possibilità di fare quattro, cinque, sei cose che servano al Paese. Cose, insisto da fare insieme".

Quagliariello invita il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a non abdicare al principio di realtà, soprattutto in questi giorni incontrando le parti sociali e i rappresentanti di categoria. L’alternativa, secondo Quagliariello, è "una scomposizione degli schieramenti attuali" oppure "le elezioni".

"Del resto è impensabile sostenere, come fanno quelli del Pd, che ‘voi non siete presentabili e quindi non legittimati a fare il governo’ e poi offrirci di fare insieme la grande riforma dello Stato, aggiungendo ‘benché siate impresentabili ci dovete dare i voti per governare’. Questo è scambiare i propri desideri con la realtà. E’ prepotenza istituzionale".

Davanti alle spaccature che si sono aperte nel Pd, tra renziani più disposti a una apertura e i giovani turchi che denunciano complotti interni per indebolire Bersani, Quagliariello sostiene che "Se il Pd continuerà su questa strada noi dobbiamo riunificare i moderati. Il Pdl è un blocco compatto, ora c’è la possibilità di ‘andare oltre’, di riaggregare una parte consistente dei centristi".

Secondo il senatore del Pdl, è stato Berlusconi stesso, pur con i toni di un comizio come quello di sabato in Piazza del Popolo, a "fare un discorso da statista", rilanciando il Pdl "come l’aggregatore del mondo che privilegia la realtà del Paese all’approccio ideologico".

Al di là delle "larghe intese" o del ritorno al voto, Quagliariello avanza l’ipotesi di riunificare "un grande Partito della Nazione. Le elezioni e il dopo voto hanno detto con molta chiarezza che c’è un mondo che si riconosce in Berlusconi, non si può separare la forza popolare di un settore del Paese con la sua Storia".

Inutili le sirene Democrats che invitano ad andare oltre il Cav., dunque, per Quagliariello "se i moderati sono subalterni vanno a sbattere contro un muro. Sabato scorso a Roma c’era un popolo e fino a quando non si comprende questo non si riuscirà neppure a fare un passo avanti".

Occorre quindi "serrare i ranghi del Pdl", "allargare i settori moderati e quindi riformare il Country Party che voleva essere il Pdl". Offrire quindi una nuova disponibilità al governo e chiedere elezioni anticipate se la disponibilità a governare dovesse essere "rispedita al mittente".