Quagliariello: “Su bicameralismo facciamo presto e bene”

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Quagliariello: “Su bicameralismo facciamo presto e bene”

Quagliariello: “Su bicameralismo facciamo presto e bene”

30 Marzo 2014

“Io l’ho detto al ministro Boschi: noi sulla riforma del bicameralismo siamo d’accordo; ma questo non significa abolire il Senato”. Anzi: per Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale e senatore di Ncd, Palazzo Madama deve avere importanti competenze, deve costituire una vera “Camera di compensazione fra legislatore regionale e legislatore nazionale”.

Senza potere di votare la fiducia al governo, però?

“La fiducia deve spettare alla Camera, che io chiamerei Assemblea nazionale. Il Senato delle Autonomie o dei Territori, invece, deve essere il luogo nel quale gli interessi dei territori vengono rappresentati nel processo legislativo. E’ quel che manca all’attuale Titolo V, che ha devoluto materie cui neppure nazioni federali per antonomasia come Germania o Canada hanno abdicato, dall’energia alle grandi reti, ma non ha creato un luogo di raccordo”.

Per i nuovi senatori pensa a un’elezione diretta o di secondo grado?

“L’elezione di secondo grado non è un tabù, però faccio un ragionamento concreto. I rappresentanti delle Regioni (nuovi senatori) devono svolgere un ruolo importante ed essere specializzati: dunque, a parità di risparmi, e’ meglio eleggerli insieme ai consiglieri regionali, oppure caricare questi ultimi di un secondo o terzo lavoro?”

Altro sulla composizione?

“Abolirei senz’altro i senatori di nomina presidenziale.  Poi, il ruolo dei Comuni, che pure devono essere rappresentati, non può essere pari a quello delle Regioni, perché le Regioni legiferano e i Comuni no. E le Regioni, poi, non possono avere la stessa rappresentanza indipendentemente dalla loro dimensione”.

Le competenze, invece?

“Il Senato non può avere mai l’ultima parola nel processo legislativo; però se esprime voto negativo su materie inerenti agli enti territoriali, la Camera può varare quelle norme soltanto con la maggioranza assoluta. E poi i ricorsi alla Consulta devono passare prima per il filtro di Palazzo Madama”.

La modifica del Senato deve procedere come legge costituzionale?

“Sì, con le quattro letture previste. Però è importante partire con il piede giusto, perché questa è la madre di tutte le riforme. Bisogna fare presto, ma bene. Per questo è necessario mettere ordine nella maggioranza: può essere ampia, ma è indispensabile partire da quella di governo, renderla ben convinta e coesa, e dopo allargarla”.

C’è spazio anche per il presidenzialismo, invocato da Forza Italia?

“Dopo che Forza Italia ha fatto saltare l’iter accelerato per le riforme, c’è poco da invocare il presidenzialismo. Oggi realisticamente si possono portare a termine bicameralismo e Titolo V. Già questo sarebbe una rivoluzione”.

Passando all’Italicum, crede che sarà approvato prima delle prossime Europee?

“Sul calendario, non mi impiccherei. Nel merito, sono stati già fatti passi avanti, ma bisogna ancora migliorarlo. Un punto è obbligatorio, perché la legge deve rispondere ai requisiti stabiliti dalla Corte Costituzionale: semplificare il sistema delle soglie. Poi c’è la questione delle preferenze, una nostra battaglia, e quella della parità di genere: è lecito che il Parlamento ne discuta”.

(Tratto da Corriere della Sera)