Quagliariello: “Sull’articolo 18 siamo intransigenti”

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Quagliariello: “Sull’articolo 18 siamo intransigenti”

Quagliariello: “Sull’articolo 18 siamo intransigenti”

14 Agosto 2014

"Non ci interessano dibattiti ideologici. Ma sulla direzione siamo intransigenti". Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ncd, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it, conferma la posizione del partito di Alfano sull’articolo 18. Manovra correttiva? "Il problema della spesa pubblica non è stato risolto e la legge di stabilità non può ignorarlo". Forza Italia nel governo? "Non mi sembra un tema all’ordine del giorno, ma non poniamo condizioni ad excludendum".

Il premier Matteo Renzi ha detto che quello sull’articolo 18 è un dibattito inutile. Rinunciate a questa battaglia?

"Renzi vuole guardare al futuro e ha messo in discussione addirittura lo statuto dei lavoratori. L’Italia non può restare seduta e ha la necessità di alzarsi e tornare a correre. Non ci interessano dibattiti ideologici. Noi siamo d’accordo sulla direzione, è quella da noi indicata, ed è evidente che questa direzione investe anche l’articolo 18. Se bisogna pagare un prezzo formale al residuo di ideologia che c’è nel Pd nessun problema, ma sulla direzione siamo intransigenti".

Secondo lei sarà necessaria una manovra economica correttiva?

"Sono valutazioni che spettano all’economia. Fino a questo momento è una prospettiva che non è stata ventilata. Certo che tutto dipende da come verrà scritta la legge di stabilità e su questo punto dobbiamo concentrare le nostre attenzioni. Questa deve essere una strategia comune anche delle altre forze di governo e non solo del Pd. Alla ripresa convocheremo un intergruppo su questo tema perché è evidente che il problema della spesa pubblica non è stato risolto e la legge di stabilità non può ignorare questo punto. Se lo ignora poi la ricetta alterntiva è quella della leva fiscale e per quel che ci riguarda non è possibile".

Forza Italia potrebbe entrare nel governo?

"Non mi sembra un tema all’ordine del giorno. Noi poco meno di un anno fa abbiamo indicato una posizione che si è rivelata giusta. Il Paese continua a essere in difficoltà e sono necessarie le riforme in economia, nel campo dell’organizzazione dello Stato e della giustizia. Farle insieme è il paviemento comune per il terzo tempo della repubblica. I fatti ci hanno dato ragione. La strategia di Forza Italia di rientrare nell’alveo delle riforme ci ha dato ragione. Il nostro compito è sostenere ancora con più vigore questa posizione, senza porre problema primati. E’ questa posizione che può calamitare e non viceversa".

Quindi non ci saranno nuove larghe intese?

"Si deve porre questa domanda alle forze che hanno messo in dubbio quell’esperienza, noi sosteniamo con incisività il nostro ruolo ma non poniamo condizioni ad excludendum".

Il governo Renzi durerà fino al 2018?

"Credo che prendersi 1.000 giorni sia indispensabile per finire il lavoro ed è una prospettiva giusta per il nostro paese. Abbiamo iniziato una riforma dello Stato ma rischia di rimanere insufficiente e sbilanciata se il tutto non viene completato con le altre parti. Sull’economia dobbiamo guardare al domani e non a ieri e c’è tanto da fare nel campo delle liberalizzazioni e delle semplificazioni. Poi dobbiamo portare a casa la riforma della giustiazia. Per far questo anche il più ottimista ha capito che c’è bisogno di tempo, forza e pazienza".

In futuro sarà possibile rimettere insieme il Centrodestra da Ncd a Forza Italia fino alla Lega e a Fdi?

"Penso che in prospettiva costruire una posizione alternativa al Pd non sia solo possibile ma sia anche necessario perché la complessità del Paese oggi più di ieri esige che non ci sia un solo partito della nazione. I tentativi di costruire la Democrazia Cristiana a destra sono falliti e falliranno anche a sinistra. Detto questo l’alternativa deve essere qualcosa di nuovo e non del passato. Credo che possa e debba comprendere le forze che si fanno carico di portare l’Italia fuori dal tunnel. Bisogna partire da quelle, con le altre si crea oggettivamente uno iato. Se il tentativo di riformare il Paese va in porto non si può pensare di superare queste diversità con l’artifizio della legge elettorale".

Quindi possibile con Forza Italia ma non con la Lega…

"In teoria è esatto. La pratica è un’altra cosa, e in politica la pratica è più importante della teoria".

Beh, anche Salvini dice sempre ‘mai al tavolo con Alfano’…

"E’ reciproco".

Mare Nostrum deve continuare?

"Bisognerebbe evitare di farne una polemica nostrana. Il problema è epocale e investe la politica estera, visto la situazione in Medio Oriente e in Libia. Oggi paghiamo le conseguenze degli errori delle primavare arabe che hanno levato punti di interlocuzione in quei paesi. Se vogliamo far cessare una situazione insostenibile, senza arrivare al bivio tra un Mare Mediterraneo come una specie di grande cimitero e l’essere invasi accogliendo tutti senza essere in grado di farlo, dobbiamo risolvere il problema con una politica estera dell’Occidente responsabile che oggi non c’è".