Qualcuno avverta Obama (ed Emergency) che il nemico non è Karzai

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Qualcuno avverta Obama (ed Emergency) che il nemico non è Karzai

13 Aprile 2010

C’è una certa coincidenza fra l’ingenuità diplomatica di Obama e quella di Gino Strada, quando in questi giorni il Presidente americano e il capo di Emergency si sono trovati a dover fare i conti con il governo Karzai. Una mancanza di "tatto" che forse deriva dall’aver sottovalutato per un attimo la realtà dell’Afghanistan, uno dei 5 Paesi più poveri al mondo, distrutto da 30 anni di guerre, dominato da una cultura tribale e da un tasso di analfabetismo tra i più alti del pianeta.

Parlare di “sequestro”, come ha fatto Emergency dopo l’arresto dei tre medici italiani, è sicuramente un modo di descrivere l’accaduto; un lessico che ognuno di noi può permettersi in privato – lo sanno anche le pietre che il governo Karzai è corrotto e incline all’autocrazia. Ma se questa denuncia la fai pubblicamente, oltre a sembrare eccessivo, finisci per dare il colpo di grazia alle istituzioni di un Paese che sta faticosamente ricostruendo le sue fondamenta giudiziarie e della sicurezza. In Afghanistan i sequestri li fanno i Talebani, mentre l’operazione delle forze dell’ordine contro Emergency, per il momento, è solo un’indagine poliziesca, per quanto piena di lati oscuri. Mostrarsi più concilianti con le autorità locali non guasterebbe.

Se da Strada uno può aspettarsi assoluta intransigenza, è nella biografia del personaggio, sembra assurdo incontrare lo stesso rigore nel re dei tolleranti, il paziente Obama, l’uomo che continua a dar credito al Regime iraniano. Davanti a Karzai, infatti, un alleato dell’America, il Presidente Usa ha mostrato di colpo tutta la sua infinita severità. L’Afghanistan è stato retrocesso a “partner strategico”, come attestato nella lettera inviata dalla Casa Bianca al presidente afghano il 10 aprile scorso, un invito formale per il vertice del 12 maggio a Washington. Invito, e vertice, che l’Amministrazione ha smentito e riconfermato per giorni, collegandoli al “comportamento costruttivo” del governo afghano. (Meglio ancora l’ex inviato delle Nazioni Unite in Afghanistan, Peter Galbraith, che si è domandato se Karzai per caso abbia dei problemi di “stabilità mentale” o sia sotto l’influenza di qualche droga.)

Sarebbe questa l’accortezza diplomatica di cui l’amministrazione Obama dice vanagloriosamente di andare fiera? Umiliare gli alleati? Far passare il messaggio che gli afghani non devono fidarsi di chi li governa? Non ci stupiamo se poi Karzai definisce “resistenza” quella talebana e “occupanti” le forze della Coalizione. Oppure se fa arrestare, pardon, “sequestrare”, i medici di Emergency.