Qualcuno spieghi a Grillo che vuol dire “agibilità politica”
07 Agosto 2013
di Pino Scanzi
Beppe Grillo ironizza sul Pdl che ha chiesto la grazia a Berlusconi, ma "per non farlo sapere in giro" preferisce chiamarla "agibilità politica". Il Capocomico di M5S se la prende con i dirigenti del Pdl e naturalmente con il loro ‘protettore’ Giorgio Napolitano (sic), pubblicando sul suo blog un post intitolato "San Berlusconi, protettore degli evasori". Secondo Grillo, che parafrasa altri barbuti, "Un mostro si aggira per l’Italia: l’agibilità politica, che è una grazia ingentilita, resa praticabile e incomprensibile". Che l’unica arma a disposizione di Grillo sia lo sfottò demagogico e antipolitico ormai è noto anche a John Doe, quello che dispiace è che proprio i grilli non ci arrivino ad assimilare almeno un po’ il lessico elementare della politica. L’agibilità politica non è un pericoloso eufemismo usato dalla casta per progettersi, ma una frase come tante. Probabilmente gli M5S credono che i pidiellini si siano riuniti nottetempo alla Crusca per trovare una copertura linguistica alla grazia. Ancora più probabilmente Grillo fa finta di non capire perché per avere visibilità serve denunciare operazioni semantiche orwelliane anche dove non ci sono. Del resto che a Silvio Berlusconi, votato da milioni di italiani, sia concesso uno spazio politico, è proprio il maggior timore di Grillo.