Quale futuro per la Nigeria?
04 Maggio 2007
Secondo il risultato ufficiale delle elezioni presidenziali che si sono svolte in Nigeria il 21 aprile, il candidato del PDP (People’s Democratic Party), Umaru Yar’Adua ha vinto con il 72 per cento dei voti sul suo maggiore rivale, Muhammadu Buhari dell’ANPP (All Nigeria’s People Party), che ha ottenuto il 19 per cento. Se tutto si svolgerà regolarmente, Yar’ Adua il 29 maggio inizierà il suo lavoro di presidente. Comunque sia, le modalità di svolgimento di queste elezioni sono state criticate duramente dagli osservatori internazionali.
Prima delle elezioni, il presidente attuale, Olusegun Obasanjo del PDP, aveva cercato di cambiare la costituzione al fine di ottenere un terzo mandato. Obasanjo è stato eletto per la prima volta nel 1999 per poi essere rieletto nel 2003. Il tentativo di prolungare la permanenza al vertice dello stato è stato però bloccato dal Senato, nonostante abbia cercato di corrompere i parlamentari. A quel punto, Obasanjo ha fatto di tutto per trovare un modo che gli permettesse di conservare il potere. E’ risaputo, infatti, che quella di Yar’Adua è stata una sua scelta personale con l’obiettivo di imporre un presidente debole e influenzabile. Yar’Adua ha poca esperienza politica a livello nazionale e non è detto che abbia le capacità di governare un paese di 140 milioni abitanti. Al tempo stesso, Obasanjo è riuscito a mantenere la leadership del PDP e ciò lo mette nella condizione di influenzare le decisioni del governo.
Il comportamento di Obasanjo ha provocato diverse polemiche in Nigeria e anche all’estero. Ha destato molte critiche il suo tentativo di usare la Commissione per la lotta alla corruzione (EFCC) allo scopo di screditare e perseguire rivali politici. La critica più grave proveniente dall’estero riguarda lo svolgimento delle stesse elezioni. E’ già un fatto molto strano che un candidato così poco conosciuto come Yar’Adua sia riuscito a ottenere una maggioranza così ampia, persino superiore al 61 per cento conseguito da Obasanjo nel 2003. Per di più, gli osservatori si sono stupiti della scarsa partecipazione dei nigeriani alle elezioni, mentre secondo i dati ufficiali la partecipazione si è attestata al 95 per cento.
L’Unione Europea, che ha inviato una missione di 150 osservatori, fa un’analisi ancora più approfondite delle manipolazioni che hanno caraterizzato la votazione. Ha stimato che solo durante il giorno delle elezioni sono morte almeno 200 persone; innumerevoli sono state le schede elettorali rubate e in alcune aree del paese, dove l’opposizione aveva la possibilità di raccogliere più voti, i seggi elettorali non sono stati aperti o lo sono stati solo per poco tempo. In altre circostanze, i voti sono stati alterati dopo la chiusura dei seggi. Inoltre, molti voti sono stati comprati e anche minorenni hanno avuto accesso alle urne. Gli osservatori dell’UE hanno concluso che la Nigeria deve al più presto mettersi nelle condizioni di svolgere elezioni democratiche in modo regolare. Anche il National Democratic Institute, un’organizzazione affiliata al partito democratico statunitense, ha messo in risalto l’irregolarità delle elezioni e dichiarato che rispetto alle presidenziali del 2003 (già criticate per numerose violazioni) la Nigeria ha fatto un passo indietro. Secondo il quotidiano inglese The Times, già prima del giorno delle elezioni sono state avvistate macchine piene di schede già riempite a favore di Yar’Adua. Quindi, lo scandalo delle elezioni non è dovuto ad errori amministrativi o problemi logistici, ma è la conseguenza della sistematica manipolazione da parte del governo attuale.
A causa delle irregolarità, la commissione elettorale ha fatto ripetere le elezioni in alcune aree del paese la settimana successiva. Però, secondo i giornali nigeriani si sono ripetuti gli stessi problemi, con furti di schede e la chiusura prematura dei seggi elettorali. Di fronte a tali avvenimenti, alla popolazione non è consentito di esprimere il proprio malcontento. Alcuni movimenti dell’opposizione hanno organizzato delle manifestazioni per il 1 maggio in diverse città del paese. Ma il timore di una reazione repressiva e violenta da parte dello stato ha fatto sì che solo cinque mila persone si sono riunite nella capitale Lagos.
Non c’è dubbio che questa situazione sia una disgrazia per il governo e che la Nigeria non rappresenti un esempio di democrazia per gli altri paesi africani, come la comunità internazionale ha lungamente sperato. Non si deve dimenticare, poi, che dal punto di vista occidentale l’attuale presidente è stato per molto tempo considerato un leader affidabile e riformista nonostante la difficile situazione. Tanto è vero che i maggiori paesi creditori nel maggio 2005 hanno deciso di cancellare 18 miliardi di dollari del debito pubblico nigeriano alla luce dei presunti progressi politici e istituzionali del paese verso la democrazia. Inoltre, si pensava che il PDP, il partito di governo di matrice islamico-moderata ma con notevoli consensi nelle regioni cristiane, avrebbe potuto stemperare le tensioni etniche e religiose che attraversano la Nigeria. Purtroppo, con queste elezioni da farsa il paese ha dato dimostrazione di essere più diviso che mai. La fiducia che l’Occidente aveva riposto nei tentativi di riforma passati è stata mal ripagata.