Quale presidente francese per Berlino?
24 Aprile 2007
Il primo
turno delle elezioni presidenziali in Francia ha eliminato il candidato
centrista Francois Bayrou e confermato al ruolo di favorito Nicolas Sarkozy
dell’UMP. Prima delle elezioni, i politici del governo tedesco avevano cercato
di mantenere una stretta neutralità nei confronti dei diversi candidati. Questo
atteggiamento non è tipico. Nel 2002, ad esempio, il cancelliere Schroeder
aveva mostrato la sua preferenza per il candidato socialista, Lionel Jospin. C’è
chi dice che, segretamente, la coalizione a Berlino sperava in un successo di
Bayrou a causa del suo approccio decisamente europeista. Adesso che la
possibilità di Bayrou come presidente è svanita, quale tra i due candidati
sopravvissuti è più gradito al governo di Berlino?
Angela
Merkel, probabilmente, non avrebbe rapporti semplici con nessuno dei due. Con
Sarkozy la collaborazione dura da parecchio tempo. Già quando era ancora all’opposizione
e cercava di creare contatti a livello internazionale, Sarkozy fu uno dei suoi principali
interlocutori. Durante la campagna elettorale del 2005, la Merkel fece visita a
Parigi e nei suoi incontri s’intrattenne molto di più con Sarkozy che con
Chirac o de Villepin. Soprattutto, la Merkel e Sarkozy condividono la scelta
dell’economia di mercato, per quanto durante la campagna elettorale Sarkozy ha molto
attenuato la sua vena liberista.
Inoltre, Sarkozy
è intenzionato a migliorare le relazioni con gli Stati Uniti dopo il congelamento
dei rapporti franco-americani degli ultimi anni del mandato di Chirac. Un tale
miglioramento piacerebbe alla Merkel perchèm gioverebbe al suo tentativo di
ristabilire una cooperazione più stretta tra l’Unione Europea e gli USA. Sul
piano europeo, però, i due esponenti del centro-destra non hanno sempre le
stesse idee. Sarkozy ha proposto la creazione di un G-6 informale che comprenda
Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna e Polonia, allo scopi di
facilitare l’elaborazione di politiche comuni, aggirando il resto dei paesi
membri. Angela Merkel, d’altro canto, teme di perdere il consenso degli stati
più piccoli.
Forse la
questione più spinosa su cui il governo tedesco potrebbe incontrare il dissenso
di Sarkozy riguarda la costituzione europea. Sarkozy vorrebbe ridimensionare il
documento di costituzione bocciato dall’elettorato francese nel 2005,
effettuando poi alcuni cambiamenti istituzionali, ma non trova il sostegno del
governo tedesco che attualmente ricopre la presidenza dell’UE. La
mini-costituzione di Sarkozy includerebbe solamente i due capitoli iniziali,
mentre la cancelliera tedesca vuole trovare un accordo su un documento che
abbia un contenuto più concreto e meno formale entro giugno quando finirà la
presidenza tedesca dell’UE.
Ciononostante,
l’intesa tra Angela Merkel e Segolene Royal sembra ancora più difficile. Il 6
marzo, nell’incontro di Berlino, le due leader hanno cercato di evidenziare i
punti in comune. Dissimulando abilmente le divergenze, hanno posto l’accento sulla
grande importanza che il motore franco-tedesco riveste ancora in Europa.
Inoltre, hanno enfatizzato la necessità di accelerare la realizzazione di
numerosi progetti ambientali, anzitutto sull’efficienza energetica. Ma le due donne
non hanno le stesse idee sull’economia. Anche se la Royal viene considerata un’esponente
dell’ala riformista del suo partito, è sempre del parere che per molti problemi
economici l’intervento dello stato sia la soluzione più adeguata. Come se non
bastasse, al governo tedesco non piace la sua idea di indire un altro
referendum sulla costituzione europea, vista l’alta probabilità che venga
bocciata di nuovo e una volta per tutte. Anche le sue riserve sul rafforzamento
dei rapporti transatlantici non corrispondono ai piani della Merkel. L’unico punto
al favore della Royal è che in passato i leader francesi e tedeschi provenienti
da partiti politici opposti si sono spesso intesi molto bene. Negli anni
settanta, il rapporto tra Valery Giscard d’Estaing e Helmut Schmidt fu
eccellente e quello di Francois Miterrand e Helmut Kohl ebbe grande importanza nel
processo di unificazione tedesca.