Quali saranno gli Stati che benificeranno della crisi economica?

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Quali saranno gli Stati che benificeranno della crisi economica?

25 Febbraio 2012

Per quanto concerne la crisi economica mondiale, quali sono gli stati che né beneficeranno?

L’attuale crisi mondiale che sta sconvolgendo gli assetti economico-finanziari globali mettendo a repentaglio la stessa sovranità di alcuni stati come nel caso della Grecia merita la giusta attenzione per i riflessi che si hanno a livello di equilibrio geopolitico mondiale, nelle relazioni nord-sud ed anche a livello di sicurezza interna agli stati perché è evidente che laddove ci sono condizioni economiche misere vi sono maggiori probabilità di sommosse interne che come l’attualità greca evidenzia paralizzano la vita del paese oltre che a creare condizioni di instabilità per le stesse istituzioni politiche.

Secondo un attento osservatore della realtà politica internazionale nonché direttore della National Intelligence, Dennis Blair, la crisi economica internazionale ha sostituito il terrorismo come principale minaccia per gli Stati Uniti anzi addirittura può essere volano per nuove fiammate terroristiche come nel caso del Pakistan dove l’indigenza di gran parte della popolazione si accompagna ad una certa sensibilità verso il credo fondamentalista in un paese, aggiungiamo, dotato di arsenali nucleari. E cosi se consideriamo il caso dell’Ucraina che con un calo del 30%della produzione industriale sembra stimolare gli appetiti, mai sopiti della Russia.

Questo discorso serve a farci capire come dietro la partita della crisi economica se ne giochi un’altra più importante che riguarda i futuri assetti mondiali e rispettive leadership;gli USA se a breve periodo possono mantenere  la loro supremazia grazie anche al ruolo del dollaro, moneta accettata globalmente per gli scambi internazionali,a lungo periodo vedono minacciata la loro posizione e lo status di potenza economico- finanziaria mondiale a vantaggio di altre potenze tra le quali la Cina che da quarta potenza economica mondiale pur essendo stata colpita dalla crisi conserva grandi potenzialità finanziarie e di liquidità oltre che ad essere la seconda esportatrice mondiale di merci dopo l’Unione Europea. Ma non solo la Cina si candida ad “approfittare”della crisi economica mondiale per rimettere in discussione gli equilibri politici mondiali, infatti l’India, il Brasile che peraltro hanno un pil pari a quello della Russia bussano alle porte per avere maggior peso nel contesto internazionale.

Il contesto del G8 in tale momento storico diventa il palcoscenico dove più si manifestano tali contraddizioni e critiche verso un assetto economico mondiale che non corrisponde più ai dati grezzi dei PIL nazionali né corrisponde alle reali potenze dell’economia mondiale in questo periodo storico. Non a caso la diplomazia italiana in occasione dell’ultimo G8 si è fatta promotrice di un’apertura nei confronti di queste economie in ascesa con una politica di attenzione verso il G5 comprendenti l’India, la Cina, il Brasile, la Russia, la Turchia appunto per bilanciare ed aggiornare meglio le strutture di governance economica globale. Anche l’Unione Europea che pur costituisce una potenza economica sia pure di recente costituzione cerca di stabilire linkage con le potenze in ascesa per alleviare lo strapotere economico americano.

Dietro la lotta per l’egemonia economica mondiale ci sono interessi egoistici nazionali e tentativi di ottenere i maggiori benefici da una situazione economica dinamica ed in divenire come quella attuale; politiche di stampo protezionistico possono mettere a repentaglio il libero scambio ed i flussi commerciali internazionali; in Europa la situazione della Grecia appare quanto mai critica con rischio di default dello stato che ha un debito di 300 miliardi di debiti che non si riuscirebbe a coprire neanche vendendo e privatizzando le aziende a partecipazione statale dal momento che dalla tale vendita a a stento si potrebbero ricavare 150 miliardi di euro. Sempre a livello europeo la Germania da sempre locomotiva dell’economia europea con una crescita del 3%,bassa disoccupazione ed esigenza di alzare i tassi d’interesse per disinnescare il pericolo d’inflazione si pone in contrasto con gli altri paesi per i quali la politica dei tassi bassi sono fondamentali per controllare gli interessi sugli alti debiti pubblici.

Ora in questo quadro geopolitico disomogeneo e dagli sviluppi imprevedibili perché dopo la Grecia sono a rischio l’Irlanda,la Spagna ed il Portogallo ed in mancanza di una politica autoctona europea ecco profilarsi lo spazio di manovra per la Cina che appunto può approfittare della crisi per prendersi due stati europei entro i prossimi 2 anni acquistando parte dei debiti pubblici degli stati,in particolare i sospettati sono la Grecia ed il Portogallo, assicurandosi in tal modo uno sbocco delle proprie merci nell’Atlantico e nel Mediterraneo. Quindi Cina in ascesa ma anche India,Brasile e Sud Africa sia pure ad una dimensione regionale e non globale coma la Cina;questo per quanto riguarda i beneficiari della crisi invece gli sfavoriti dell’attuale congiuntura economica sono senza dubbio i PVS paesi in via di sviluppo che vedono ridursi gli stanziamenti e le politiche di sviluppo nei loro confronti ma anche alcuni paesi dell’Est Europa vedono assottigliarsi gli stanziamenti per politiche di sviluppo.

Per concludere l’augurio che possiamo farci è che dalla crisi si esca prima possibile con una nuova governance globale che tenga conto delle nuove realtà economiche in ascesa. 

Fine della terza risposta. Continua…