Quando i giudici si sostituiscono agli elettori
31 Luglio 2013
La sentenza del processo Mediaset slitta a domani nel pomeriggio. Il collegio giudicante si riunirà in camera di consiglio verso mezzogiorno e sapremo quale delle tre ipotesi possibili sceglierà la Corte. La condanna, come ha chiesto il procuratore generale definendo Berlusconi "l’ideatore di una frode fiscale". L’annullamento del processo, come spera l’avvocato del Cav., Coppi, prudente fino all’ultimo. Il rinvio a un nuovo appello di secondo grado.
C’è nervosismo nella Roma accaldata degli ultimi giorni. La stampa italiana e internazionale circonda il "Palazzaccio" in attesa della decisione finale. Pdl e Pd, la strana maggioranza, oscillano tra chi cerca di mantenere i nervi saldi e chi invece è pronto a far saltare il tavolo del Governo (per motivi diversi, certo, ma l’esito sarebbe lo stesso; ieri il ministro Del Rio ha detto "chi vorrà far cadere il Governo lo dovrà poi spiegare agli italiani"). Nella residenza romana di Berlusconi, dove il Cav. aspetterà il verdetto, dicono circondato dai figli e nessun altro.
Una cosa però è certa. E’ vero che il nostro sistema permette ai giudici di indagare e condannare i politici, sappiamo che è già successo altre volte in passato. Ma la sentenza di oggi è un fatto storico, potrebbe determinare il destino, politico e umano, di un uomo che ha guidato per tre volte l’Italia e che alle ultime elezioni ha preso nove milioni di voti. In una democrazia che si definisca tale dovrebbero essere gli italiani a decidere se Berlusconi può occuparsi ancora di politica. Invece i giudici si sostituiranno agli elettori, o almeno cercheranno di farlo, ancora una volta.