Quando le banche tedesche affossarono i Btp Italiani
19 Dicembre 2012
L’Italia è un grande paese, economicamente molto ricco più di quanto molti italiani pensano (si vedano al riguardo i dati che perfino un giornale importante come il Telegraph ripete nell’articolo che potete trovare sul mio blog, http://crearesviluppo.blogspot.it/2012/12/the-telegraph-la-pensa-come-noi.html o in originale nel sito del quotidiano britannico).
In quell’articolo si spiega come la ricchezza (non il reddito) procapite italiano è superiore a quella della Germania. Incredibile che lo dica un giornale inglese mentre noi ci auto-flagelliamo! Ma l’Italia ha un grande difetto che probabilmente deriva dalla sua storia, quando vassalli e valvassori, signorie e ducati chiamavano lo straniero per dirimere le loro questioni interne. I grandi partiti di Stati Uniti o Inghilterra, quando devono affrontare questioni di interesse nazionale, si uniscono e fanno fronte comune. Da noi no, da noi si fa il contrario pur di screditare l’avversario, pur di ottenere un effimero vantaggio politico si affossa il paese. L’interesse dell’Italia e degli Italiani viene dopo i piccoli effimeri successi dei nostri guelfi e ghibellini.
Un esempio tipico di quanto affermo è il modo con cui, sia oggi che allora, la maggior parte di giornali e politici tentano di ridicolizzare le affermazioni di Berlusconi che in una lunga intervista ha ricordato come “la vendita di titoli di stato italiani da parte delle banche tedesche diede l’avvio alla speculazione contro i nostri BTP contribuendo in maniera enorme a innalzare il costo del nostro debito e generando la crisi dell’Italia" (io dico trasferendo la crisi all’Italia).
Chi si occupa di finanza sa, che tale manovra fu reale e sia per la quantità di titoli venduti, sia per provenienza di chi avviò il tutto (la Germania, un paese partner, un “alleato”) e ancor più per l’ampia pubblicizzazione fornita alla azione portata avanti da DeutscheBank, fu devastante per l’Italia. In pochi mesi il future sul BTP perse circa il 22% passando dal valore di 110 del giugno 2011 a 87.5 del 9 novembre 2011. Nello stesso periodo il Bund tedesco passava da 125 a 138/139 con una crescita di circa il 10%. (il divario tra i due è il famoso spread) . Il gioco dei grandi fondi edge fu così pesante che non si limitò alla vendita al ribasso (short) dei future ma il ribasso coinvolse anche il mercato cash.
Se intervistate i responsabili delle tesorerie di alcune banche italiane potranno raccontare come in quei mesi Edge Fund e Banche d’Affari di tutto il mondo si facevano avanti per prendere a prestito BTP italiani per venderli al ribasso sui mercati di Londra o New York. In qualsiasi altro paese la Banca Centrale sarebbe intervenuta in acquisto in modo massiccio e nessun Edge Found avrebbe osato sfidare la potenza di una banca come la BCE. (C’è una regola aurea in finanza, mai andare contro le Banche Centrali su strumenti denominati nella loro valuta di emissione). Invece il gioco fu facilissimo, quasi senza rischio, perché lo statuto della BCE e la politica tedesca vietavano qualsiasi intervento. Mentre alla Federal Reserve compravano i loro Treasury o la Banca di Inghilterra si ricomprava i Gilt con le più grandi manovre di politica monetaria (stampa di moneta detta “Quantitative Easyng)” mai attuate dal 1933, la BCE stava a guardare mentre dilaniavano Spagna e Italia e i fondi Edge guadagnavano cifre siderali.
Gli amici che leggono, e che sono arrivati fin qui ora diranno che queste sono solo affermazioni di chi scrive, tentativi velleitari di dimostrare che Berlusconi dice il vero. Nossignori, sapete chi ha denunciato la manovra delle Banche tedesche bollandola come una manovra suicida per l’Europa? Romano Prodi. Ecco le sue parole riportate dal Corriere della Sera del 28 liglio 2011: “La scelta di DeutscheBank? Un suicidio”. “E’ la dimostrazione di una mancanza di solidarietà che porta al suicidio anche per la Germania. Significa la fine di ogni legame di solidarietà e significa obbligare tutti a giocare in difesa. E quando questo viene dalla Germania, un Paese che ha avuto più saggezza nel capire gli altri fino a qualche anno fa, sono assolutamente turbato” (http://www.corriere.it/economia/11_luglio_28/prodi-deutsche-bank_02a8aac8-b914-11e0-a8dd-ced22f738d7a.shtml).
Ma ritorniamo al concetto di “interesse nazionale” e sulle questioni veramente importanti per tutti i cittadini italiani. Smettiamola di dividerci. Berlusconi ha fatto affermazioni importanti, le stesse che allora fece Prodi: perché, allora, dare interpretazioni diverse? Perché usare strumentalmente affermazioni (non dati oggettivi) che provengono dalla stampa estera che spesso appartiene proprio ai soggetti che hanno guadagnato cifre immense grazie a DeutscheBank e alla quiescenza della BCE? Insomma, qua occorre riportare al centro della politica italiana l’interesse di tutti gli Italiani e non di una piccola porzione. Infine un piccolo suggerimento ai Professori Universitari: non basta dissertare sulla crisi, affidate ai vostri allievi un bel numero di tesi di studio sulla grande speculazione del 2011. Andate a vedere chi ha venduto, chi è andato al ribasso, e soprattutto fate studiare i bilanci 2011 dei fondi e delle grandi banche d’affari. Solo così si scoprirà dove sono andate a finire parte delle ricchezze degli italiani. In altre parole, per il bene degli Italiani bisogna ritornare a essere intellettualmente onesti.