Quanta retorica onusiana su Laura Boldrini
17 Marzo 2013
di Ronin
Quanta retorica sulla neoeletta presidentessa della Camera, Laura Boldrini, terzomondista e per lunghi anni missionaria di pace con stipendio onusiano, prima alla FAO e poi all’UNHCR.
Scrive Repubblica.it che "il suo lavoro di portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha ottenuto dei risultati, ma forse soltanto nelle coscienze dei cittadini, che hanno cominciato a percepire le tragiche proporzioni di uno dei più grandi e difficili drammi umanitari del nostro tempo".
Che la situazione di chi nel mondo scappa da dittature fameliche e repressive sia drammatica non ci voleva Rep. per capirlo. Il problema è che nell’Executive Committee dell’UNHCR – l’organismo onusiano che, complice la Boldrini, mise sulla graticola l’Italia dei respingimenti – siedono campioni della democrazia internazionale come il Libano degli Hezbollah, la Somalia degli Shabab e la Repubblica Islamica dell’Iran.
Per non parlare della FAO, altro organo onusiano dove Boldrini ha lavorato negli anni Novanta. Ogni anno la FAO spende e spande milioni di dollari per sensibilizzare l’umanità sul dramma della fame nel mondo. Ma secondo un’inchiesta delle Nazioni Unite citata da "Peace Reporter", la macchina burocratica della FAO costerebbe almeno un milione di dollari ogni due giorni.
Solita storia che conosciamo bene in Italia e che tanto ha avvantaggiato Grillo: l’amministrazione pubblica che costa di più quanto serva per metterne in atto i programmi. Ma anche il bussiness della cooperazione internazionale non è certo una novità.