Quant’è “flessibile” Donald Trump

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Quant’è “flessibile” Donald Trump

01 Maggio 2017

Donald Trump torna a rivolgersi direttamente agli americani per dire la sua sui primi cento giorni alla Casa Bianca, dopo che i grandi media li hanno ridotti a un sostanziale fallimento. Trump, che nei giorni scorsi ha spiegato di essersi accorto di quanto è difficile fare il presidente degli Usa, non rinnega nulla dell’inizio del suo mandato: la missione resta ridare potere al popolo togliendolo a Washington e cambiare rotta sulla immigrazione, “open border” e sulla delocalizzazione del lavoro fuori dagli Usa.

Trump ricorda che da quando è alla guida della Casa Bianca l’ingresso di clandestini negli Usa è calato di oltre il settanta per cento e che grandi imprese hanno deciso di investire negli Stati Uniti invece di continuare a spostare le produzioni all’estero. Il presidente sottolinea come la sua amministrazione stia semplificando le regole per investire e stare sul mercato e di aver fermato i trattati di libero scambio che giudica sconvenienti per gli Usa, come il TTP, mettendo dei paletti anche a quelli esistenti come il NAFTA. I missili sulla Siria, infine, ammonisce Trump, sono serviti a riequilibrare gli equilibri geopolitici in Medio Oriente a favore degli Usa e a far capire al regime di Assad che la linea rossa, vedi armi chimiche, a differenza di quanto accadde con Obama, stavolta non potrà più essere superata.

Morale: Trump dice di aver mantenuto le promesse chiave della sua presidenza. Certo ci sono i nodi di due grandi riforme che per adesso sembrano al palo, tasse e sanità. Ma se al Congresso si troverà la quadra e i Repubblicani non tireranno altri sgambetti al presidente, l’Obamacare, la riforma sanitaria di Obama, sarà modificato. Idem per la riforma fiscale, altro scoglio per Trump, difficile da far passare così com’è ma che nei giorni scorsi gli industriali, anche italiani, hanno accolto positivamente, e non potrebbe essere altrimenti visto che la proposta è un taglio radicale delle tasse.

Infine i rapporti con la Cina: Trump in campagna elettorale era partito lancia in resta contro Pechino, ora ha incontrato il suo omologo e chiesto ai cinesi di impegnarsi nella “descalation” con la Corea del Nord. Così anche Newsweek, rivista delle elite da sempre ostile al presidente Trump, deve ammettere che il Don è un presidente “flessibile”. Che una cosa è la campagna elettorale, altro governare un grande Paese come gli Stati Uniti. Trump da una parte agisce in continuità con quelle che sono state le parole d’ordine del suo mandato, soprattutto in economia – vedi la deregolamentazione del settore energetico che punta alla piena autosufficienza del fabbisogno americano – e dall’altra spariglia, rimescola le carte, continua a sorprendere gli avversari. C’è  voluto praticamente un anno ma adesso anche Newsweek se n’è accorto.