Quanto conta il voto della “gray generation”
03 Giugno 2014
A rottamare Beppe Grillo sono stati gli elettori anziani, come ha ammesso a caldo lo stesso capocomico calandosi un Malox in diretta sul suo blog. Grillo l’aveva già intuito prima del voto, del resto, il movimento non fa breccia tra chi ha i capelli bianchi: si spiega così l’incursione da Vespa che però non ha ottenuto l’effetto desiderato. Lo confermano i dati sul voto elaborati da Tecne che mostrano come l’elettorato pentastellato sia radicato soprattutto sotto i 30 anni. Anche Forza Italia e’ uscita sconfitta dalle elezioni ma, visto come ci arrivava, debole e divisa, si può dire che il tracollo e’ stato evitato probabilmente grazie agli over 64, donne in particolare. Si e’ molto ironizzato sulle dentiere evocate da Silvio Berlusconi piuttosto che sull’aumento delle pensioni minime, ma promesse del genere non fanno certo ridere una popolazione che sta invecchiando rapidamente (quando vengono mantenute, of course). Uomini e donne che per ragioni di età più che per questioni ideologiche mettono la sicurezza sociale al primo posto. E’ evidente, insomma, che gli elettori anziani fanno e faranno la differenza, un dato di cui ogni forza politica italiana dovrà tenere conto nei prossimi anni. Piazze piene, urne vuote, diceva qualcuno, considerazione che si adatta perfettamente ai 5 Stelle. In ogni caso, oggi definire anziano un sessantenne e’ una presa in giro. I sessantenni viaggiano, si divertono, la mattina vanno a correre al parco, diventano padri, abbiamo sessantenni rockstar in splendida forma. Secondo Tecne, anche il Pd di Renzi ha pescato in questa classe di età, ma attento, Matteo, tutto vuole la gray generation tranne che essere rottamata. Se mai, con l’aumento delle prospettive di vita, bisognerebbe guardare con attenzione anche alla platea dei settantenni e degli ottantenni, alle donne più anziane, che spesso restano sole e vedove. In una società dove i vecchi diventano sempre più vecchi(e), e’ altamente probabile che costoro favoriscano governi, maggioranze e partiti che difendano il ruolo del welfare, siano capaci di riformarlo, andando oltre l’austerity e preservando servizi pubblici basilari come il diritto alla salute. Teniamolo presente.