Quei rigurgiti ideologici che non fanno onore a Napoli e ai giovani

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Quei rigurgiti ideologici che non fanno onore a Napoli e ai giovani

29 Aprile 2011

La cosiddetta era post-ideologica è cominciata da almeno un paio di decenni, quando insieme al muro di Berlino crollò miseramente anche l’ultima ideologia sino ad allora sopravvissuta. Eppure, ciò che credevamo appartenesse a un passato oramai archiviato torna ciclicamente a manifestarsi, spargendo odio e violenza nel nostro presente. Già questo basterebbe a gettare un velo di inquietudine sulla nostra realtà quotidiana, che credevamo immune da certi rigurgiti e minacce. Se poi, oltretutto, si riflette sul fatto che le generazioni che oggi inneggiano al fascismo e al comunismo, fuori e dentro le università, appartengono a una realtà storica che quelle ideologie non le ha – fortunatamente – neppure conosciute, allora il dato diventa ancora più scioccante.

E’ di stamattina la notizia di una rissa avvenuta nei pressi della Facoltà di Lettere di Napoli tra alcuni studenti di sinistra e dei giovani rappresentanti di Casapound, associazione di estrema destra. Armati di mazze e coltelli questi ragazzi si sono scagliati ferocemente gli uni contro gli altri ferendosi a vicenda. A far scattare il putiferio una serie di scritte neofasciste – svastiche e croci celtiche – impresse con lo spray sui muri della facoltà in via Porta di Massa e alle quali gli studenti di sinistra avrebbero reagito. Non si sa ancora quale dei due gruppi abbia scatenato per primo la violenta lite e quali siano state le dinamiche esatte dell’accaduto, visto che le rispettive versioni delle parti divergono. Come succedeva negli anni Settanta, un gesto o una parola sono bastati a infiammare gli animi e a trasformare una mattinata qualunque nella cronaca di una violenza di cui tutti i coinvolti sono a prescindere – è scontato, ma doveroso ribadirlo – colpevoli e responsabili.

Ma oggi non siamo più negli anni Settanta e quelle ideologie che hanno insanguinato l’Italia di allora hanno dimostrato, nel frattempo, tutta la loro inconsistenza entrando a far parte, con i loro disastri e fallimenti, di un capitolo della nostra storia che vorremmo non avere mai scritto. Eppure, quei ragazzi si sono ferocemente picchiati e feriti proprio in nome di quelle ideologie che oggi non fanno più parte del nostro mondo perché qualcuno, prima di noi e per noi, ha fatto in modo di archiviarle in maniera tale che non le ricevessimo in eredità.

Insomma, quella di stamani è stata una pagina doppiamente triste per la nostra generazione e per la città di Napoli, che meriterebbe un confronto serio e non violento (specialmente all’interno della comunità studentesca) su questioni ben più attuali, importanti e concrete dei vecchi e inutili orpelli ideologici; soprattutto in un periodo come quello della campagna elettorale, che costituisce un momento cruciale di democrazia e un’occasione per lasciarsi alle spalle il passato cercando di costruire un’alternativa migliore per il futuro. Non è meno preoccupante e mortificante, dunque, il fatto che un comitato elettorale sia stato preso d’assalto e messo totalmente a soqquadro, come è successo a quello del candidato sindaco del Pdl Gianni Lettieri in piazza Bovio sempre in queste ore. Francamente, preferiremmo parlare d’altro .