Quei “saggi” chiamati da Napolitano pensando all’Olanda
30 Marzo 2013
Oggi Italia e Olanda sono due Paesi dove i grandi partiti d’ispirazione liberale e socialista vengono chiamati con pragmatismo a una legittimazione reciproca, per non tradire il patto con l’Europa.
Personalità di grande impatto nella vita pubblica si fanno da parte: la Regina Beatrice che ha da poco abdicato, il Presidente Napolitano alla fine del semestre bianco. L’Olanda cresce ma troppo poco rispetto al passato (+0,75 per cento), mentre la disoccupazione aumenta. In Italia va anche peggio.
Il panorama politico del Belpaese è stato travolto dal ciclone Grillo, il comico che sembra aver rotto l’illusione dell’alternanza bipolare, vuole uscire dall’euro e raccoglie il sentimento antieuropeo che si gonfia nello stomaco del Paese. Con la sua opposizione spartana alle altre forze parlamentari, il Movimento 5 Stelle ha prodotto l’ingovernabilità.
Prima di noi, l’Olanda ha vissuto il fenomeno Wilders, l’alfiere della lotta alle euroburocrazie accondiscendenti con l’islam militante. Wilders per un momento sembrava destinato a diventare il king maker della politica olandese ma da quando, rispondendo alla sua naturale vocazione antisistema, ha tolto la stampella al governo è stato ridimensionato. Questo non ha risolto la situazione, con nuove premiership barcollanti ed elezioni inconcludenti.
Finalmente centrodestra e centrosinistra si sono messi d’accordo su una piattaforma semplice e condivisa. Fare le riforme da una prospettiva moderata contenendo le spinte euroscettiche. Sarebbe questo rinnovato "modello dei polder", secondo il Corsera, ad aver ispirato il Presidente Napolitano nel tentativo di risolvere lo stallo italiano chiamando a raccolta i "saggi" per le riforme.
In Olanda si dice "Going Dutch", un’espressione idiomatica che corrisponde, più o meno, al nostro "Facciamo alla romana". Ognuno ci mette una parte di tasca sua per pagare il conto. Dopo settimane di colloqui, infatti, il gabinetto di coalizione Rutte-Asscher ha deciso di proseguire sulla strada delle politiche pro-austerity richieste dall’Europa. 16 miliardi di euro di tagli alla spesa previsti entro il 2017.
Come richiesto dal Capo dello Stato, anche le forze politiche italiane saranno costrette a trovare un accordo "centrista" sul budget, cruciale per le questioni di politica economica interna e per le relazioni con l’estero. La politica italiana e quella olandese si somigliano, dunque. Se non fosse per una differenza. Un problema che sta a noi e soltanto a noi risolvere. La riforma del "porcellum".