Quei vuoti appelli alla collaborazione che sanno di naftalina
28 Ottobre 2020
In politica ogni fase ha il suo refrain, il suo disco rotto, la sua frase fatta. Che dopo un po’, inevitabilmente, sa di naftalina. Soprattutto quando i problemi da affrontare sono seri.
In questo periodo di crisi il ritornello è “collaborazione”, “unità nazionale”. La maggioranza la invoca (a parole), l’opposizione la reclama. Parliamoci chiaro: se la prima fosse consapevole della propria inadeguatezza e la seconda intendesse dare sostanza alle professioni di patriottismo, da qualche mese maggioranza e opposizione non esisterebbero poiché avremmo un governo di emergenza in grado di far fronte alle enormi difficoltà che abbiamo davanti. Ma poiché così non è, il teatro reclama il suo spazio.
Non vorremmo essere dissacranti, ma a ormai otto mesi dallo scoppio della pandemia le chiacchiere stanno a zero. L’opposizione, va detto, in concreto non ha fatto molto per liberare l’Italia di uno dei governi peggiori della storia repubblicana nel momento peggiore della storia repubblicana. Ma poiché è alla maggioranza che spetta l’onere della prima mossa, bisogna prendere atto che a fronte dei ricorrenti moniti sulla necessità di una collaborazione a tutto tondo, all’atto pratico essa si è concretizzata al massimo in qualche collegamento Skype nel quale far finta di prendere nota. Per il resto ci si è divisi tra dpcm annunciati in diretta Facebook e al massimo anticipati telefonicamente ai leader della minoranza, decreti blindati, pletore di task force.
Oggi rinverdire l’appello stantio a stringersi a coorte (come? dove? per fare cosa?) è toccato al segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Il quale dalle colonne di “Repubblica” ci ha ricordato che il momento è grave (ma va’?) e che una parvenza di comunione d’intenti sarebbe d’uopo. Parole, parole, parole, come ha sottolineato a stretto giro, nel rispondere al fratello di Montalbano, il senatore di “Idea-Cambiamo” Gaetano Quagliariello. “L’invito a una collaborazione fra maggioranza e opposizione per fronteggiare la crisi, oggi reiterato dal segretario del Pd Nicola Zingaretti – ha osservato Quagliariello -, rischia di diventare una polverosa litania se non sostanziato da una chiara definizione dei modi e degli strumenti, possibilmente concreti, attraverso i quali questa collaborazione dovrebbe estrinsecarsi”.
Appunto. “La maggioranza – ricorda l’esponente di centrodestra – è infatti costantemente sdoppiata fra la richiesta di collaborare e la ricerca dell’autosufficienza, per non parlare delle modalità con le quali il governo continua a dettare le regole per l’emergenza sanitaria ed economica. Entrambe le opzioni sono legittime, ma evidentemente non possono coesistere. In assenza di chiare proposte metodologiche, rischiano di peggiorare il clima anziché di migliorarlo”. Difficile dargli torto.