Quel cortocircuito fra Obama, Osama e la buonanima di Geronimo

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Quel cortocircuito fra Obama, Osama e la buonanima di Geronimo

10 Maggio 2011

di Sokal

“Abbiamo una visuale di Geronimo”, dice Panetta
Pochi minuti dopo: “Geronimo EKIA.”
Enemy Killed In Action. C’è silenzio nella Situation Room.
Alla fine, il presidente parla.
“Ce l’abbiamo”.

Come ha scritto Bill Carson nella sua monumentale Storia segreta della Seconda Guerra mondiale, “Geronimo”, il nome in codice usato il 2 maggio scorso dai Navy Seals per identificare ed eliminare Osama Bin Laden, era il grido di battaglia coniato da un gruppo di paracadutisti del secondo conflitto prima di lanciarsi nel vuoto. Dopo aver visto al cinema un film sulle gesta del capo degli Apache, i soldati americani decisero che avrebbero urlato il suo nome buttandosi di sotto. Geronimo è stato anche il "nom de guerre" del 509esimo Reggimento Paracadutisti in Iraq, gli “spartani” che combattevano usando le stesse tecniche di Al Qaeda.

Alla fine del XIX secolo, i Chiricahua tennero sotto scacco gli americani e l’esercito messicano, diventando degli eroi per gli indiani d’America. Solo che Geronimo non era condannato a fare la fine di Bin Laden: il capo Apache si arrese alle “giubbe blu” e diventò una specie di attrazione da circo per gli americani, che ne ammiravano la determinazione e il coraggio. Sarebbe morto di polmonite dopo una caduta da cavallo, in prigione. Il suo corpo fu restituito agli indiani che lo sistemarono su un giaciglio in modo che la sua anima potesse spiccare il volo.

Negli Stati Uniti gira una curiosa storiella, riportata tra gli altri dall’autorevole Gordon Boot in Men at Arms. The Skull and Bones Conspiracy, che ha per protagonista Prescott Bush, il nonno di George “W” Bush: le cronache della Skull and Bones, la società segreta di Yale, raccontano che il vecchio Prescott e altri Bones un giorno decisero di impadronirsi delle spoglie di Geronimo, trafugando le ossa e il teschio del gran capo in un luogo rimasto segreto. Qualche anno fa, quando era ancora un semplice senatore, Obama ha firmato una petizione per la restituzione delle spoglie di Geronimo ai suoi discendenti. 

La storia delle ossa di Geronimo è una delle tante leggende di Internet ma il cortocircuito simbolico innescato dalla confusione tra il capo indiano, Prescott Bush, suo nipote “W.”, il presidente Obama e Bin Laden, fa del Pakistan il nuovo Far West, un capitolo di quella storia fantasmatica degli Stati Uniti d’America che il sociologo Anne Simon ha iniziato a scrivere pubblicando The Emergence of Simulacra. Urban Legend in America. Forse il disordine psicologico che ha colpito i giornalisti il giorno dell’uccisione di Bin Laden è un effetto di queste storie: molti anchor man hanno scambiato il nome di Obama con quello di Osama.