Quel venti per cento di Tripoli che resta ancora “una incognita”

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Quel venti per cento di Tripoli che resta ancora “una incognita”

22 Agosto 2011

Forse sarebbe meglio chiarire, per evitare sgradevoli sorprese, quali e quante sono le forze rimaste fedeli a Gheddafi nella città di Tripoli e che cosa vuol dire che il "15/20" per cento della capitale è ancora in mano loro. Oggi, un blitz dei lealisti ha liberato Mohammad, uno dei figli di Gheddafi che ieri era stato arrestato. In mattinata, l’altro figlo del Rais, Khamis, a cui era stata affidata la repressione iniziale della rivolta a Bengasi, ha ingaggiato i ribelli nella capitale; qualcuno dice che si sia rinchiuso nel bunker del Padre, ancora isolato ma non espugnato, altri affermano che sarebbe il suo, insieme a quello del capo dei servizi segreti, uno dei due cadaveri ritrovati in città.

Sta di fatto che il Colonnello è uccel di bosco, non si sa se sia ancora nella capitale o no, qualcuno sostiene nel bunker, altri al confine con l’Algeria, altri ancora che abbia già lasciato il Paese, una ridda di ipotesi senza conferme. Ad al Aziziya, sud di Tripoli, si combatte ancora, come pure sulla strada per Misurata, quella da cui avrebbe dovuto arrivare l’onda dei ribelli di Bengasi che invece si è fermata. Sirte, la città che diede i natali al Rais, resta saldamente nelle mani dei lealisti, qui si sono rifugiate le truppe ripiegate da Brega.

Sarebbe opportuno che il presidente Obama aggiungesse qualche dettaglio in più quando dice che sulla fine del Rais pesano ancora "molte incognite". Quali, se tutti esultano alla fine del regime? La diplomazia internazionale è in subbuglio e anche la NATO, che forse non si aspettava una accelerazione della situazione sul campo di questo genere, cerca di frenare l’impeto dei ribelli parlando di "riconciliazione". La paura, espressa anche dal leader del CNT, Jibril, è che prevalga la legge del taglione e che i "banditi", come li chiamava Gheddafi, si diano a vendette e rese dei conti sanguinose ai danni di chi fino all’ultimo ha parteggiato per il Colonnello.

Per cui, prima di parlare di nuove elezioni, forse sarebbe più giusto esporre chiaramente quali sono i rischi all’orizzonte, sia nel campo del rais sconfitto, sia in quello dei presunti vincitori (che non sono certo una forza omogenea e mossa dagli stessi interessi). I bombardamenti della NATO continuano, più di 120 missioni nelle ultime ore, una gran parte con obiettivo il compound di Tripoli. Le bombe continueranno ad essere sganciate anche stanotte. Nel frattempo, i cecchini del Colonnello sparano su qualsiasi cosa, donne e bambini compresi. L’attivazione dello "stay-behind", se mai il Rais ne ha preparato uno, è appena cominciata.