Quella contrapposizione strumentale tra IMU e Lavoro
03 Maggio 2013
Riproponendo il solito copione conflittuale, alcuni hanno voluto contrapporre il ridisegno della tassazione sulla casa alle politiche per il lavoro. Come se la rivitalizzazione del mercato immobiliare e la ripresa delle costruzioni non avessero effetto sull’occupazione. E come se le politiche per il lavoro fossero solo politiche di spesa. A quest’ultimo riguardo ricordo che Marco Biagi era solito dire che nessun incentivo finanziario può compensare un disincentivo normativo. E la legge Fornero ha depositato abbondanti disincentivi ad assumere in un tempo di aspettative incerte se non negative. L’Italia può uscire dalla spirale recessiva e dalla diffusa depressione sociale se le istituzioni governanti la spezzano con segnali forti quali la cancellazione dell’IMU ed una significativa correzione della regolazione del lavoro. L’immissione di forte liquidità nelle famiglie e nelle imprese – con il pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni – può alimentare la domanda di beni e di investimenti creando occupazione, anche a termine, che una detassazione mirata può incoraggiare a trasformare in contratti a tempo indeterminato. Ciò che conta è una terapia d’urto nel rispetto della disciplina di bilancio. Possibile se la maggiore "spesa fiscale" – per abbattere tasse – viene coperta con la rinegoziazione del patto europeo e con quel ridisegno della spesa di Regioni e municipalità che proprio nel 2012 i costi ed fabbisogni standard del federalismo fiscale consentono di realizzare.