Quella di Carlo Masci è solo una “fusione a freddo”

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Quella di Carlo Masci è solo una “fusione a freddo”

10 Febbraio 2013

Carlo Masci ha lasciato il Pdl per correre, in autonomia, alle elezioni politiche con la lista "Rialzati Abruzzo". L’assessore ha obiettivi ambiziosi, punta all’otto per cento dell’elettorato, ma va ricordato che in passato ha potuto contare sul Pdl mentre chissà se in solitaria e senza apparentamento il risultato sarà quello previsto. Difficile.

Masci sfrutta il (presunto) malcontento dell’elettorato di centrodestra guardando già oltre le politiche, alle prossime Regionali, e tiene aperto un canale di comunicazione con l’altro ex-Pdl, Paolo Gatti, passato con i meloniani, e con il gruppo interconsiliare che in Regione si raccoglie sotto la sigla “Presenza Popolare”, gli “scontenti”, i “delusi”, del popolo delle libertà.

La frammentazione in atto nel centrodestra abruzzese rischia naturalmente di favorire il Pd e la sinistra (in casa Monti-Casini, invece, si respira la stessa aria scissionista sempre per colpa, o con la scusa, della composizione delle liste), ma queste azioni di disturbo, come le hanno definite, non sembrano provocare gli incubi alla classe dirigente del popolo delle libertà, sopratutto dopo il ricompattamento dell’ultima settimana. Certo, fanno male per i modi e la riconoscenza.

Si può anche ipotizzare che l’incrocio di nuove liste e sigle “separate in casa” con il Pdl sia l’abbrivio per un nuovo schema di alleanze o l’approssimarsi del colpaccio: togliere la fiducia a Chiodi prima della fine naturale del mandato. Per ora Masci si limita a dire che “siamo stati bravi ad amalgamare sensibilità diverse” e che “la fusione è frutto di una generale crescita di attenzione”. Fusione a freddo, viene da aggiungere, chiedendosi quale e quanto respiro abbia e soprattutto che consistenza a livello elettorale.