Quella espressa condanna nei confronti dei jihadisti che tarda ad arrivare…

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Quella espressa condanna nei confronti dei jihadisti che tarda ad arrivare…

Quella espressa condanna nei confronti dei jihadisti che tarda ad arrivare…

16 Maggio 2020

Da giorni ormai Silvia Romano e la sua conversione all’Islam sono al centro del dibattito politico e sociale, il quale – è doveroso evidenziarlo – ha assunto toni oltremodo accesi, caratterizzati anche da offese personali rivolte alla giovane. Per questa ragione, come scrive La Repubblica i musulmani d’Italia hanno ritenuto opportuno realizzare un video, pubblicato sulla pagina Facebook La Luce News, per mostrare alla ex cooperante solidarietà per gli insulti e gli attacchi ricevuti sui social-network, ma anche nei pressi della sua abitazione nel giorno del rientro a Milano. Il post è accompagnato da questa descrizione “La giovane cooperante Silvia Romano è tornata domenica in Italia dopo aver vissuto la drammatica esperienza del sequestro in Somalia per 18 mesi per mano del gruppo estremista armato Al Shabaab. Il suo ritorno all’Islam le ha attirato non solo critiche ma veri e propri attacchi carichi d’odio e violenza, escalation che ha portato a minacce e ad un inquietante episodio di aggressione nei suoi confronti. I musulmani italiani hanno voluto perciò testimoniare a Silvia tutto il loro affetto, tutta la loro vicinanza e solidarietà con questo video”.

La ragazza ha risposto, sempre mediante i social network con queste parole “Assalamualaikum wa rahmatullahi, a tutti voi che Allah vi benedica per tutto questo affetto che mi state dimostrando. Grazie a Dio, grazie grazie!!!!! È bellissimo questo video, è un’emozione grande. Ciao fratelli! A presto in sha Aallah!”.

Condivisibile la vicinanza mostrata a Silvia per quello che ha subito dopo esser atterrata a Ciampino, a causa – anche questo è doveroso evidenziarlo – non solo dei social network, ma anche dell’intera gestione della sua vicenda da parte del Governo e di alcuni suoi ministri: questi ultimi hanno ben pensato, in un momento critico come quello che l’Italia sta vivendo attualmente, di spettacolarizzare il rientro della giovane, il pagamento del suo riscatto e la sua conversione all’Islam, senza tenere minimamente conto delle conseguenze che questo avrebbe potuto avere in termini sociali, politici e geopolitici e, soprattutto, senza considerare la sensibilità della stessa Silvia.

Tuttavia, nel video dei musulmani d’Italia non c’è traccia di un’espressa condanna alla jihad, ai jihadisti e alle modalità con cui questi agiscono, perché no, definire Al Shabaab “gruppo estremista armato” non è sufficiente, né, tantomeno, del tutto esatto: infatti, come si legge su Inside Over si tratta di “uno dei più grandi gruppi terroristici che opera in Africa” ed, inoltre, “questa milizia, fra saccheggi, sangue e affiliazione ad Al Qaeda, è riuscita a costituire un vero e proprio regno del terrore”. Più in generale, la questione centrale è la mancanza di una presa di distanze che stenta ad arrivare con parole chiare e con toni decisi da parte delle varie comunità musulmane sparse su tutto il territorio italiano, che hanno contribuito alla realizzazione del sopracitato video. Per fortuna, però, come riporta Catania Today, almeno l’Imam del capoluogo siciliano, Abdelhafid Kheit, ha dichiarato di condannare espressamente “questi atti vili che nulla hanno a che vedere con la nostra cultura”, come, del resto, aveva già fatto in passato