Quella guerra tra Usa e Germania lunga cento anni

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Quella guerra tra Usa e Germania lunga cento anni

15 Giugno 2017

L’ultimo numero di “Limes” è sulla guerra tra Germania e Stati Uniti: nel futuro degli Usa non c’è la guerra con Russia, come potrebbe suggerire il Russiagate, ma con la Germania. Gli americani sono in guerra con la Germania da cento anni e hanno sempre temuto più i tedeschi dei russi, con cui sono stati alleati in due guerre mondiali, contro la Germania. Trump e il “deep state”, lo stato profondo, hanno divergenze, ma un nemico comune: la Germania, che ha costruito un impero in Europa, è il primo partner commerciale della Cina, con cui vorrebbe costruire anche un’alleanza militare, e ha molte importanti aziende in America. 

La rivalità con la Germania per gli Stati Uniti è strutturale e sistemica: i problemi dello scontro sono simili a quelli della prima e della seconda guerra mondiale. Allora, come oggi, gli Stati Uniti temevano la potenza economica, tecnologica e militare della Germania. La Germania vuole la “Kerneuropa”, l’Europa tedesca, da cui sarebbe esclusa l’Italia (alla Merkel interessa solo il Nord Italia) e l’Eurasia, un asse con la Russia e la Cina. In più, la Merkel si propone di intervenire in Africa con un piano Marshall. Gli americani hanno permesso la riunificazione tedesca, ma volevano una federazione europea, non l’impero tedesco in Europa. Hanno iniziato ad allarmarsi nel 2003, quando la Germania si è rifiutata di andare a combattere  in Iraq. 

Da allora è iniziata la sfiducia verso la Germania, Obama è stato più soft di Trump, ma l’intelligence  Usa spiava la Merkel, e Obama ha definito gli europei viaggiatori a sbafo sui treni della Nato. Per Limes, come dicevamo, il “deep state” e Trump hanno varie divergenze, ma hanno in comune il nemico tedesco. Limes rivela che l’attacco ordinato da Trump contro la base siriana e la “Moab”, la megabomba sull’Afghanistan, sono state decise dal Pentagono, non da Trump, che non ne sapeva niente. Ma la retorica di Trump è funzionale alla guerra contro la Germania. 

La retorica antirussa dei media americani serve soprattutto a spostare la Nato a Est in funzione più  antitedesca che antirussa. L’ideologia c’entra poco: i tedeschi non sono cattivi, anzi sono onesti, laboriosi, grandi soldati, sono stimati dagli americani e dai britannici per questo,  lo stesso Trump è un tedesco-americano, ma è destino della Germania tendere a espandersi, perché è una grande potenza, e a scatenare la reazione britannica, americana e russa. La Germania è una grande potenza nel posto sbagliato e avrà sempre il problema dell’Atlantico e della Russia. E per contenere i tedeschi, Trump pensa a un’alleanza con i russi nel Mediterraneo. 

Secondo Limes, lo scontro tra il “deep state” e Trump consiste nel fatto che lo “Stato profondo” vuole smantellare l’impero tedesco, e conservare per gli Usa lo status di impero globale, mentre Trump tenderebbe a ridurli, gli imperi, a nazioni. Però, Trump, come sostiene lo storico Niall Ferguson, somiglia a un nuovo Roosevelt, che aveva eccome l’idea dell’impero americano. Trump sta tentando un’alleanza con la Russia e a Riad, in Arabia Saudita, ha dato un’idea di come pensa di ristrutturare l’impero. Non ha più fiducia nell’Europa senile, sottomessa alla Germania, e alla mercé di chiunque sbarchi sulle sue coste, e pensa all’Arabia saudita, all’Egitto, agli Stati del Golfo per rimettere in sicurezza Medio Oriente e Africa. 

Anche Russia e Cina sono interessate combattere l’estremismo jihadista, perché hanno regioni musulmane al proprio interno. E’ difficile che la Russia si allei con la Germania per ragioni storiche e geopolitiche, e i cinesi perderebbero l’amico che ha permesso alla Cina di uscire dal terzo mondo. La Cina, infine, non vuole diventare il leader della globalizzazione, né sfidare gli Stati Uniti. E l’Italia? Sarebbe opportuno stringere l’alleanza con gli Usa e mediare a favore della Russia in Europa, ma per ora l’Italia sta con Merkel e Macron, da cui continuerà a essere indebolita. E, come al solito, saranno gli altri a scegliere per noi.