Quella piazza col vizio di esagerare
08 Luglio 2008
Dal fischietto anti-Cavaliere venduto dagli ambulanti alle bordate di fischi ogni volta che veniva nominato, la manifestazione di piazza Navona organizzata da Antonio Di Pietro e dai girotondini ieri sera aveva un grande obiettivo: l’antiberlusconismo militante e le cosiddette leggi vergogna. 100 mila per gli organizzatori (15mila secondo la questura), ma di certo tutti con un comune denominatore: l’attacco a Silvio Berlusconi. E poi come tutti sanno la serata finita male: in un crescendo rossiniano di offese da Di Pietro che parla di Berlusconi che vuole far tornare la P2 e Travaglio che paragona Berlusconi ad una mantide che "prima si fa una scopatina e poi ammazza Veltroni".
Ma sono gli due ultimi interventi quelli che rimarranno agli onori delle cronache. E che nella serata di ieri hanno fatto record di contatti su youtube e sui siti che riproponevano i video: prima Beppe Grillo che attacca Napolitano complice "dormiente" per aver firmato il lodo Alfano e per l’appartenenza alla "banda dei quattro". Ma giustizialismo, antifascismo e antiberlusconismo si fondono nello show finale di Sabina Guzzanti.
Dalle parole blasfeme e durissime contro Benedetto XVII ("che andrà all’infermo e verrà tormentato da diavoloni omosessuali attivi e non passivi") alle parole chiare, nette e senza freni – qui la nostra cronaca si ferma, ma per chi se le fosse perse è sufficiente cliccare su un qualsiasi sito d’informazione o su Youtube – sulla Carfagna. Un attacco cabarettistico, definito da tutti volgare e che farà male ad un certo tipo di opposizione. Tanto che Di Pietro si è subito dissociato e ha preso le distanze da Grillo e Guzzanti. In serata è arrivato anche un comunicato del ministro: "In riferimento alle parole volgari e fantasiose della comica Sabina Guzzanti, il ministro delle Pari Opportunita’ Mara Carfagna ha dato mandato all’avvocato di Roma Federica Mondani per adire le vie legali nei confronti della figlia del parlamentare di Forza Italia Paolo Guzzanti’.
Piazza Navona è la stessa di quando nel 2002 Moretti attaccò i leader del centrosinistra. Quando disse "con questi dirigenti non vinceremo mai le elezioni". E anche allora si trattava di una manifestazione del centrosinistra. Sfuggendo alle maglie dell’organizzazione parlò davanti agli occhi sbigottiti di Piero Fassino e Francesco Rutelli. Ieri sera è accaduta la stessa cosa: Grillo e Guzzanti – anche se le parole di Grillo contro Napolitano erano abbastanza preannunciate – hanno lanciato i loro strali contro Napolitano, Berlusconi, Mara Carfagna e Ratzinger perché sono entrati nella logica, tutta italiana, del più uno. Del rilancio fino all’esagerazione. Rubando la scena a Di Pietro che aveva calcolato di tenerla – e di aprire i giornali – con il suo riferimento alla P2.
Insomma, è come se Grillo e Guzzanti da piazza Navona avessero urlato "con questi girotondi non vinceremo mai". E per questo sono andati oltre.
Tutto sommato alla fine Veltroni ci ha guadagnato. Dissociandosi da Di Pietro e dai girotondini in tempo utile ha azzeccato la sua prima mossa politica da molte settimane a questa parte. Salvo ieri – nella sua ormai logica giornaliera del pendolo – aver assestato un colpo a Fini a Montecitorio. Sempre e soltanto per un solo motivo: la logica del più uno.