Quella provincia tanto voluta che adesso soccombe nell’indifferenza

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Quella provincia tanto voluta che adesso soccombe nell’indifferenza

16 Luglio 2012

Sarà colpa della situazione politica che si respira in Italia o della crisi che non lascia tregua, sta di fatto che dell’accorpamento della Provincia di Isernia sembra che non interessi a nessuno. Al sit-in di protesta organizzato da Emilio Izzo (Uil Bac) davanti allo storico palazzo dell’ente sono stati pochi i cittadini che hanno risposto presente. “Colpa della disinformazione”, fa sapere il presidente Luigi Mazzuto, secondo cui gli isernini non sarebbero a conoscenza della reale importanza dell’autonomia locale. Per questo motivo è partita una sorta di campagna di sensibilizzazione perché “senza il popolo è inutile portare avanti questa battaglia per salvare l’istituzione”, ha continuato il vertice di via Berta. Motivo per cui a breve la città sarà tappezzata di manifesti sui quali saranno illustrati costi, numeri e conseguenze che porterebbe il provvedimento varato dal governo Monti. “Perché a scomparire – ha dichiarato Mazzuto – non sarà solo la parte politica, ma un migliaio di posti di lavoro, più quei servizi indispensabili come viabilità ed edilizia scolastica ai quali i comuni al momento non riescono a far fronte”.

Intanto è stato istituito un comitato contro la soppressione. E’ già partita una raccolta firme il cui fine ultimo sarà quello di organizzare due manifestazioni. La prima in città, la seconda a Roma. Una vera e propria marcia verso la Capitale, così come accaduto nel 1970, quando l’ente è stato istituito. I cittadini saranno chiamati a raggiungere Roma con le proprie auto, alle quali saranno aggiunte delle targhe di cartone con la sigla della Provincia di Isernia.

Basterà tutto questo per far cambiare idea al Parlamento? Forse no. Così insieme alla protesta si stanno intraprendendo altre due strade. La prima è strettamente politica. I rappresentanti dell’ente di via Berta hanno chiamato a raccolta tutti i parlamentari molisani (compreso Berlusconi, eletto nella circoscrizione molisana) per far firmare loro un documento con il quale si impegneranno a votare no al decreto legge che prevede la soppressione delle autonomie locali. Se così non fosse “saremo pronti a boicottare le prossime elezioni”. Parole forti quelle del presidente Mazzuto, coordinatore provinciale del Pdl.

La seconda strada che si seguirà sarà quella giudiziaria. Si sta già lavorando ad un ricorso alla Corte Costituzionale per evitare l’addio all’autonomia locale. Secondo l’ufficio legale dell’ente, infatti, con la sovrapposizione dei confini regionali a quelli provinciali (Campobasso) il territorio pentro alle prossime elezioni per il rinnovo di Palazzo Moffa rischia di non avere rappresentanti in Consiglio regionale. Un’idea che non piace nemmeno al presidente Michele Iorio che prendendo parte al sit-in organizzato da Emilio Izzo ha promesso battaglia. “Non saremo soli – ha dichiarato – sto mantenendo i contatti con i vertici di altre regioni in cui saranno abolite le piccole province”. Prime tra tutte Basilicata e Umbria. Una strategia comune per portare avanti l’ultimo estremo tentativo. Questo l’obiettivo del governatore.

Ma tutto questo sembra inutile senza un interessamento della popolazione. Sempre più distante e poco interessata alle sorti dell’ente locale. I vertici della Provincia continuano a chiedere il coinvolgimento della massa, così come avvenuto nel 1970, ma allora la fase storica e le ambizioni degli isernini erano diverse. L’autonomia locale rappresentava una speranza per uscire dalla civiltà contadina e realizzare quel boom economico che in altre parti della nazionale era già avvenuto. A distanza di 42 anni tutto è cambiato. Quello sviluppo che tutti attendevano non c’è stato e l’addio alla Provincia sembra essere diventato un qualcosa di astratto, che, in sintesi, non cambia la vita della gente. Non la pensano così i vertici dell’ente, i quali hanno più volte ribadito che l’abolizione dell’ente porterà alla perdita di mille posti di lavoro e ad un progressivo spopolamento del territorio.