Quella via stretta verso la grande casa dei moderati

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Quella via stretta verso la grande casa dei moderati

27 Luglio 2014

E’ stato forse il discorso più bello, completo e articolato del presidente Alfano. Capace di tenere insieme politica interna e politica estera, il ruolo dell’Italia in Europa, le frontiere e l’identità, risultati e prospettive, cuore e ragione, i valori del centrodestra e un’alternativa vera alla sinistra riformista di Renzi. Un discorso che ha infiammato l’Assemblea Nazionale di Ncd allo Spazio Novecento dell’Eur, 4mila e passa delegati che applaudono a più riprese il loro leader in una #bellamattina di luglio. 

Perché Ncd ce l’ha fatta. E’ passata per la "via stretta" della sua fondazione ed è rimasta in piedi davanti allo tsunami Renzi. Ha salvato l’Italia, non solo la lagislatura, da chi voleva consegnare il Paese nelle mani di Grillo. Ha resistito al livore di chi voleva affossare il nuovo partito nella culla, grazie alla passione dei suoi suoi militanti, con pochi finanziamenti, creando un brand nuovo e ormai riconosciuto. Ha ottenuto tanti risultati importanti, con il decreto sulla Pa, con il dl competitività, con il patto della Salute voluto dal ministro Lorenzin, solo per fermarci agli obiettivi centrati più di recente.

Ora il Nuovo Centrodestra sfrutterà tutti i "mille giorni" della legislatrura per dare forma e sostanza alla sua visione, alla proposta politica e ai principi che animano il mondo liberal-popolare, puntando ad aggregare le forze moderate, mentre si rafforza sui territori. "Serve un grande e rinnovato patto per fondare il centrodestra del futuro, perché il vecchio è morto e non tornerà più". Non si torna a Canossa, non ci si rassegna a consegnare l’elettorato moderato ai riformisti di sinistra.

L’attuale governo, infatti, "non è un monocolore Pd". E il Nuovo Centrodestra non si batte per l’eliminazione dell’articolo 18 solo per scopi propagandistici: sciogliere i lacci che imbrigliano il mercato del lavoro, un fisco formato famiglia, una rivoluzione in grado di semplificare una volta per tutte il moloch della burocrazia. Bisogna battersi così, in Italia come in Europa, dove le "larghe intese" hanno portato alla guida della Ue il popolare Juncker. Dove alla crisi che minaccia il binomio "pace e prosperità" è necessario opporre una ricetta fondata sulla ricostruzione economica, l’unità e la crescita, contro i localismi e le derive della destra leghista e lepenista.

Alfano, infine, ha risposto all’appello lanciato da Silvio Berlusconi: "La futura casa dei moderati dovrà essere edificata sulla speranza del cambiamento, non sulle macerie del Paese", dice il presidente di Ncd. "Se il patto del Nazareno si ridurrà solo a portare in parlamento i nominati, per noi si aprirà un grave problema". Del resto Ncd ha già risposto a un appello: la richiesta venuta dagli italiani di continuare la legislatura per fare le riforme e tornare a far crescere l’economia. Saranno ancora una volta gli italiani a sancire con un referendum le riforme, per fondare la Terza Repubblica su una base realmente popolare.