Quelle migliaia di spose bambine nell’Europa islamizzata

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Quelle migliaia di spose bambine nell’Europa islamizzata

08 Ottobre 2016

La pratica tribale dei matrimoni forzati sopravvive. O, forse, meglio, rinasce. Un retaggio antico che trova linfa nell’innesto islamico, prontissimo a legittimare i matrimoni con minori. Stiamo parlando di bambine (bambine, non ragazzine) costrette a sposare uomini o anziani. Nelle latitudini geografiche in cui il Corano è verità assoluta e Maometto il modello di ogni comportamento umano, il fenomeno delle spose bambine ha toccato, e tocca, milioni di donne. 

Nel Corano il matrimonio con le cosiddette “spose bambine” è dato per scontato. In un libro dedicato all’āyatollāh Khomeini, Amir Taheri riferisce che quest’ultimo disse ai fedeli musulmani che sposare una ragazza prima dello ‘sviluppo’ era una “benedizione divina”. E che consigliò ai padri, “fate il possibile affinché le vostre figlie non vedano il loro primo sangue in casa vostra”.

E’ vero, infatti, che con il permesso dei genitori le ragazze iraniane possono sposarsi a nove anni, senza la loro approvazione, a tredici. L’islam sciita – la forma dominante di islam esistente in Iran – contempla anche l’esistenza di “mogli provvisorie”; una disposizione che consente agli uomini di godere di una compagnia femminile per un arco di tempo anche molto breve (tre notti, e a volte neanche quelle). Il sistema serve tra l’altro a legittimare moralmente forme di violenza sessuale. La condanna per chi si ribella è la pena detentiva a cui va di solito viene accostata l’emarginazione da parte della comunità, il biasimo sociale.

Le storie di piccole donne che non hanno voce e diritti sono arrivate anche in Europa. In questi giorni le autorità tedesche stanno discutendo quelli che sono i dettagli di una nuova legge che dovrebbe reprimere proprio i matrimoni con bambine. Non si tratta di una di quelle notizie enfatizzate per attirare attenzione. Dal 2015 in Germania sono entrati oltre un milione di immigrati, e le spose bambine sono tra loro. Dal 31 luglio 2016 ad oggi ne sono state contate millecinquecento. Trecentosessantuno hanno meno di quattordici anni.

Nel solo Land che ha come capitale Stoccarda il numero di matrimoni con bambine, nel 2013, ammontava a ventisei, nell’arco di due anni sono diventati centottantuno. Tantissime hanno meno di quindici anni. E, dal momento che la maggioranza di queste unioni è tenuta nascosta, possiamo solo immaginare che i numeri reali siano ancor più da capogiro. Le autorità tedesche sono ormai incapaci, infatti, d’indicare l’identità di migliaia di migranti.

Siccome la legge tedesca non riconosce i matrimoni contratti all’estero quando l’età è al di sotto dei quattordici anni, in questi mesi la Germania, per ovviare al problema, si stava riservando la facoltà di determinare la validità di un matrimonio concluso all’estero se uno dei due coniugi avesse almeno quattordici anni. Ma nel mese di maggio, la corte d’appello di Bamberg (Baviera) ha riconosciuto la validità di un matrimonio tra una quattordicenne e suo cugino ventunenne appellandosi al fatto che era stato contratto in Siria, dove non esistono limiti di età, e in più era già stato consumato.

Il caso era arrivato per la prima volta in tribunale nell’agosto del 2015, quando la suddetta coppia si era presentata in un campo profughi, ma il “Youth Welfare Office” del posto non aveva riconosciuto la validità del matrimonio. I due erano corsi in tribunale, e inizialmente la sentenza aveva dato ragione all’“Ufficio giovani”. Fino a quando non è stata rovesciata dal tribunale di Bamberg, privando, in questo modo, tutti gli Youth Welfare Office del caso dell’autorità legale di separare le coppie o rimandarli a casa.

La sentenza ha creato un precedente drammatico e, praticamente, autorizza l’applicazione della sharia in Germania. I tedeschi si sono così sottoposti a quello che è stato definito “un corso accelerato di diritto matrimoniale islamico”, e hanno dato il via libera alla legalizzazione di una pratica che è (o era?) vietata in Germania e nell’Occidente tutto.

Come sempre, le contraddizioni sono numerosissime e pure banali. Se a un minorenne è proibito l’acquisto di una birra, come è possibile che i legislatori li reputino all’altezza di prendere decisioni in merito al matrimonio? Come può un marito essere il tutore legale di una sposa bambina se è coinvolto in una relazione sessuale con lei? C’è un chiaro conflitto di interessi.

Sta di fatto che sentenze di questo tipo stanno aprendo la faglia pericolosa di un conflitto culturale in Germania. Si tratta di quel genere di precedenti che spingono alla legalizzazione nel paese di altre pratiche islamiche, come la poligamia. La Germania rappresenta solo il caso limite di questo fenomeno, perché le percentuali aumentano in maniera esponenziale. Ma la cosa ha già coinvolto la Svezia, la Norvegia e l’Olanda. Addirittura le ultime percentuali note ci dicono che in media, nei Paesi Bassi, arrivano tre spose bambine a settimana, in età tra i tredici e i quindici anni.  

La Ong “Girls not brides” racconta che ogni anno quindici milioni di ragazzine vengono prese in sposa non avendo ancora compiuto i diciotto anni. Sono ventotto ogni minuto. Una ogni due secondi. E la stessa organizzazione racconta che, in alcuni casi, le madri si vedono costrette a sposare le figlie per proteggerle dalla violenza sessuale nei campi. Qui non vogliamo parlare solo del benessere di queste bambine. O del fatto che sono costrette ad abbandonare la scuola, e che sono esposte ai pericoli di gravidanze non seguite o ad aborti forzati. Sono considerazioni su cui ogni sorta di riflessione è spontanea e persino indelicata.

Vorremmo, piuttosto, denunciare quello che è diventato un vero e proprio traffico di ragazzine. Questi matrimoni sono diventati l’accesso comodo e sicuro all’Europa. E poiché, oggi, tutto ciò che è lecito o illecito ha a che fare con i concetti di tolleranza e accoglienza, di fronte al movente religioso e culturale, si è costretti a fare un passo indietro. Che uomini abusino di giovani ragazzine non va più considerato qualcosa di perverso, giusto?! Probabilmente a novembre il parlamento tedesco riuscirà ad arginare queste unioni, non lo sappiamo. Sta di fatto che le pessime politiche sull’immigrazione hanno fatto da spalla a pratiche aberranti che l’islam contempla.