
Quelle truppe europee che servono a Kiev

19 Marzo 2024
Molti leader e ministri europei hanno accolto con un’alzata di spalle o un evidente fastidio le recenti dichiarazioni del Presidente Macron sulla possibilità di un dispiegamento di truppe europee in Ucraina. Una azione di questo genere contro l’aggressione russa non sembra all’ordine del giorno e Paesi come la Germania preferiscono continuare ad armare Kiev.
Al di là del protagonismo francese in politica estera, che in passato ha fatto entrare in rotta di collisione Parigi con gli interessi di altri partner europei, la contrarietà preventiva degli alleati di Kiev all’idea di impegnare truppe di terra in Ucraina rischia di essere scambiata ancora una volta per debolezza dal criminale di guerra Putin.
Ogni volta che l’Europa si divide o polemizza tra i suoi membri, le ambizioni imperiali russe si allargano, al di là del revancismo nel Donbass, mettendo a repentaglio la stabilità del continente. Il plebiscito con cui Putin si è assicurato di nuovo il potere, ad esempio, in Italia ha avuto conseguenze opposte, con i due vicepremier, Salvini e Tajani, divisi nel giudizio sul voto farsa, e il presidente del consiglio a mediare (ricordando che sulla Ucraina la posizione del nostro Paese è sempre stata chiara). Ma “ci sono momenti in cui le scelte di politica estera condizionano quelle interne”, ragiona il presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello.
Come durante la Guerra Fredda, quando le leadership italiane fecero una chiara scelta di campo atlantica. Oggi l’Europa sta vivendo uno di questi momenti, tanto più se alle presidenziali americane dovesse prevalere una linea isolazionista. “Se per l’Europa è veramente fondamentale non far vincere Putin questa diventa una scelta che si riflette anche in politica interna”.
La sola idea che la Russia possa prevalere in Ucraina dovrebbe essere accolta come una minaccia da qualsiasi paese che crede nella libertà e nella democrazia. I leader europei non possono fuggire davanti alle loro responsabilità . L’autonomia strategica dell’UE può essere un quadro di azione convincente per affermare la sovranità europea e per salvaguardare i propri interessi di fronte alle minacce esterne, al di là delle scelte americane. Inviare truppe a scopo difensivo sarebbe un chiaro messaggio delle democrazie a Mosca: nessun’altra incursione sul suolo europeo sarà tollerata.
La presenza delle forze dell’UE in Ucraina sarebbe anche un segnale chiaro dell’impegno europeo a far rispettare il diritto internazionale e a considerare gli aggressori responsabili delle loro azioni. Ricordiamoci che la Corte penale internazionale indaga sui crimini di guerra russi. Un dispiegamento delle truppe europee in Ucraina servirebbe a evitare che Putin possa compiere altre atrocità , perpetrando nuove violenze contro i civili innocenti. Schierandosi sul campo, le forze della Unione potrebbero rafforzare la formazione del personale militare ucraino, le difese di Kiev ma soprattutto difendere concretamente le aspirazioni di una nazione assediata da un regime tirannico.
È evidente che una mossa come quella adombrata da Macron comporterebbe dei rischi. Compreso quello potenziale di vittime tra le truppe europee. Ma il rischio più grande continua ad essere restare immobili davanti alla sfrenata ambizione di Putin e dei suoi alleati. L’Europa non può rinunciare alla sua missione di essere uno dei guardiani della libertà e della stabilità sulla scena mondiale.