Quello che dicono (e soprattutto non dicono) i Radicali

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Quello che dicono (e soprattutto non dicono) i Radicali

31 Luglio 2016

Onore al merito ai Radicali che riescono in poche ore a disinformare milioni di italiani su struggenti casi umani, prontamente sfruttati ad altri fini, in questo caso per una battaglia a favore della legalizzazione della cosi detta cannabis ricreativa, quella per capirci da consumare per divertimento.

A tal fine si annuncia uno sciopero della fame, aderendo alla iniziativa non violenta dell’Associazione LaPiantiAmo, per la liberazione dal carcere del quarantottenne Fabrizio Pellegrini, condannato per coltivazione e detenzione a fine di spaccio di cannabis.

Questo è il caso pietoso da usare come grimaldello: Fabrizio Pellegrini, malato di Fibromialgia, bisognoso di cure a base di cannabis terapeutica, è stato costretto a coltivarsi e a prodursi da solo il medicinale perché non era in grado di procurarselo legalmente.

Vero? Premesso che nessuno in Italia né in nessun paese del mondo può autoprodurre medicinali (per esempio coltivare papaveri d’oppio per produrre morfina oppure salici per produrre aspirina), nel nostro paese la cannabis curativa è assolutamente legale, acquistabile nelle farmacie ospedaliere e in 12 regioni, tra cui l’Abruzzo dove risiede Pellegrini, la forniscono gratuitamente ai pazienti.

Di più: dopo l’ultima condanna il Tribunale aveva sospeso l’esecuzione per trenta giorni in attesa che l’interessato facesse ricorso al Tribunale di Sorveglianza per l’applicazione di una pena alternativa al carcere, termine scaduto senza che il difensore del Pellegrini abbia mai presentato l’istanza.

Insomma: l’uso della cannabis terapeutica in Italia è legale, per chi non può le regioni la forniscono gratuitamente, malgrado la sentenza passata in giudicato (a casa del Pellegrini l’ultima volta era stato trovato un etto di marijuana sufficiente per confezionare circa 500 dosi di cannabis), Pellegrini poteva evitare il carcere ed essere curato altrove se lui o il suo avvocato avesse deciso di fare domanda.

Capito a cosa serve la campagna pompata dai giornali e anche dai telegiornali di stato su questo pasticcio? Imbrogliare la gente con uno spot pubblicitario a favore della legalizzazione della droga ricreativa, quella usata per divertirsi, sfruttando ad arte un caso limite che speriamo i magistrati possano sanare con una immediata scarcerazione.