“Questa storia dei partitini del Sud è durata troppo a lungo”

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“Questa storia dei partitini del Sud è durata troppo a lungo”

30 Luglio 2009

Da siciliano doc ancora prima che da politico di lungo corso, guarda al "caso" Sicilia non senza preoccupazione tanto che avverte "qui la questione non è delicata, è delicatissima". Giuseppe Firrarello, senatore catanese del Pdl (ex Fi), boccia senza appello i movimentismi di Miccichè, il partito del Sud di Lombardo e perfino il progetto del Pdl-Sicilia dei finiani Granata e Briguglio: "No a partiti localistici che finirebbero per frantumare i tessuto sociale della nostra terra facendo un grosso favore a Bossi. Il Pdl è un grande partito nazionale a vocazione maggioritaria e tale deve restare". E nel giorno in cui il premier annuncia che venerdì porterà in Consiglio dei  ministri la prima stesura del "piano Berlusconi" per il Mezzogiorno (ieri il vertice con alcuni ministri, oggi vedrà la Prestigiacomo) e il Cipe destinerà nuove risorse per le infrastrutture del Meridione, osserva: "E’ questa la via giusta per sostenere lo sviluppo del Sud, altro che partitini e movimenti…"

Senatore Firrarello, alle iniziative di Miccichè e Lombardo si aggiunge il progetto del Pdl-Sicilia lanciato dal finiano Granata. Che ne pensa?

Io ho fatto molte campagne elettorali ed ho sempre vinto, qui stiamo parlando di persone che non hanno mai raggiunto risultati importanti e si sono messe sulla scia di Fini per creare una correntina. Del resto i finiani in Sicilia non hanno mai avuto grande peso politico come invece ne hanno altri esponenti che provengono da An, ad esempio Nania e Musumeci. Adesso, approfittando di una situazione particolare nella quale ognuno è innamorato del suo progetto, si pensa di dover rompere ciò che è possibile tenere insieme.

Il suo è un giudizio molto duro, vale anche per il governatore Lombardo pronto a fondare il partito del Sud?

Ho parlato del tentativo di rompere tutto ciò che è possibile tenere insieme e il discorso vale anche per Lombardo. Abbiamo un presidente di regione che io, in tempi non sospetti definii, la persona sbagliata nel posto sbagliato e oggi il risultato è che di quella coalizione con la quale vincemmo le elezioni resta poco o pochissimo. E il poco che rimane è la facciata di una coalizione che non esiste più.

Stessa analisi per il movimento di Miccichè "Forza Sud"?

Lui accarezza un sogno che ormai dura da cinque anni. Era ancora coordinatore regionale di Fi quando riunì tutti gli uomini rappresentativi del partito per annunciarci la sua iniziativa. Io gli dissi che questa idea non stava nè in cielo nè in terra, perchè se mai, il progetto avrebbe dovuto fondersi nel centrodestra e stare ancorato saldamente a Berlusconi.

Poi cosa è successo?

Il risultato è stata un’involuzione nel senso che la prima cosa che accadde a distanza di qualche mese fu che Miccichè passò il suo progetto a Lombardo. Da quel momento iniziò una sorta di colpo di fulmine tra i due. Considero Miccichè persona intelligente, capace di avere rapporti, un generoso ma ha pure un limite.

Quale?

Si fa in quattro per portare avanti persone e poi stranamente nutre nei loro confronti una specie di sentimento di invidia. In realtà, credo dovrebbe prendersela solo con se stesso. Così è stato nella partita per gli incarichi di governo in quella legislatura e per la sua aspirazione mancata alla presidenza della Regione Sicilia. Se nel 2001 mi avesse ascoltato…

Perchè avrebbe dovuto ascoltarla?

C’era stata la straordinaria vittoria elettorale, il famoso 61 a 0 e io gli dissi che da rappresentante di un enorme gruppo parlamentare eletto in Sicilia, non avrebbe dovuto mettere questo patrimonio politico solo sul piano della sua amicizia personale con il presidente Berlusconi. Non mi ascoltò. Le sue aspirazioni, legittime, poi non si concretizzarono e neppure quella per la presidenza della Regione, perchè all’indomani della condanna di Cuffaro lui scatenò una guerra furibonda nei suoi confronti nonostante l’allora presidente avesse governato per sette anni alla guida di una coalizione di centrodestra. Cuffaro non gliela perdonò e mise il veto sull’aspirazione di Miccichè. Fu così che spuntò la candidatura di Lombardo, anche se Fi aveva propri candidati di livello tra i quali la stessa Prestigiacomo.

Pensa che il movimento di Miccichè possa portare a una scissione nel Pdl?

Questo lo sa solo lui che ha stretto un patto di ferro con Lombardo. Quanto all’iniziativa dei finiani vorrei vederli all’atto pratico cioè alle prese coi voti da prendere sul territorio…Intanto strizzano l’occhio a Miccichè e Lombardo ma questo Pdl-Sicilia non li porterà lontano. Noi invece rappresentiamo la maggioranza del Pdl che ha eletto due europarlamentari, uno dei quali è risultato il più votato dopo Berlusconi, noi siamo il governo regionale.

Dunque non aderirà al gruppo Pdl-Sicilia all’Ars.

Per quanto mi riguarda sono felicissimo di stare fuori, non governerei mai con Lombardo. Ora pensano al partito del Sud, al Pdl siciliano, il fatto è che ogni giorno se ne inventano una nuova che non ho capito se è il frutto di un sogno o di un loro incubo notturno. E lo scopo qual è? Inserire qualcosa di nuovo, parlare della purificazione della Sicilia solo per affascinare l’opinione pubblica.

Secondo lei qual è la soluzione?

Qui non è un problema di risorse ma di come vengono gestite. Penso che il governo farebbe bene, prima di stanziarne di nuove, a chiedere alla Regione quali progetti chiari e precisi intende realizzare e poi valutarne efficacia e qualità. Poi può essere realizzata la cabina di regia, magari affidandola allo stesso Miccichè. In quel caso è chiaro che si tratterebbe di una risposta politica e così la finiremo finalmente di spendere così tanto per i forestali o la formazione. Ma sa che in Sicilia per ogni 34 metri quadrati c’è un forestale?

Ma è sufficiente una cabina di regia per il Sud?

E’ importante sul piano delle risorse e della qualità dei progetti. Ma in Sicilia il punto non è economico, è politico. Il presidente Berlusconi dovrebbe riunire le persone che hanno a cuore il Pdl e dopo aver ascoltato tutti dovrebbe scegliere la linea da seguire che non può essere quella dei ricatti o delle minacce di uscire dal partito o delle trattative perenni. Tutto questo non serve a niente, la politica è una cosa seria. Non credo sia molto coerente stare in un partito e da cinque anni dire di volerne fare un altro.

Dunque, niente movimenti o partiti localistici.

Sarebbe un grave errore. Io voglio stare in un partito nazionale, i progetti localistici finiscono per frantumare il tessuto sociale perchè poi ognuno vorrà difendere a tutti i costi qualcosa o qualcuno. C’è un’indagine condotta in Sicilia che dice che solo il 16 per cento della popolazione vede con favore la nascita di un partito del Sud, mi sembra un dato interessante su cui riflettere.

Ma alla fine tutto questo movimentismo non rischia di avvantaggiare la Lega?

Se continuiamo così è molto più di un rischio. E’ un favore enorme che stiamo facendo al Carroccio che fa finta di mugugnare ma Bossi ha capito benissimo che andando avanti di questo passo saremo noi stessi ad offrirgli spunti per  affidargli l’iniziativa politica di sganciare il Nord dall’Italia. Allora io dico che la situazione non è delicata, è delicatissima: corriamo il rischio di trovarci veramente non solo con un Pdl frantumato ma con il paese diviso. Per evitare questo, credo che tutti noi abbiamo responsabilità e compiti precisi da  mettere in campo, anche perchè questa storia dei partitini e dei movimenti è durata troppo a lungo.